Bugie, ragazzacci e brutta televisione
Ieri sera - dopo i telegiornali - tutti davanti alla tv per assistere allo scontro del secolo: «Affari tuoi» contro «Striscia la notizia»; Bonolis vs Ricci. Da Ferrara c'è ospite Fedele Confalonieri, presidente Mediaset, ma purtroppo i ragazzini non hanno capito granché di quel che ha detto. Forse ne ha parlato, e forse no. Poi - alle 21 in punto - hanno scoperto che su Raitre andava in onda Chi l'ha visto: e mai quesito apparve così appropriato. Chi l'ha visto ieri sera? Nessuno Il primo ad aprire le ostilità è stato Bonolis (Paolo Tarocchis, lo chiamano quelli di Striscia), alle 20,33. Tenta di sorridere, ma si capisce che è teso. È normale che Paolo sia agitato, chi non lo sarebbe al posto suo: l'orologio della storia si è fermato. Bonolis presenta il parterre. Ci sono rappresentanti delle associazioni consumatori, c'è il notaio Pocaterra, c'è il direttore generale. Va subito al cuore del problema (che angoscia l'Italia intera): hanno detto che questa è una trasmissione «taroccata, finta, fasulla, balorda». Annuncia che dimostrerà il contrario. Alle 20,35, irrompono Greggio e Iacchetti sugli schermi di Canale 5. Sono un po' contratti anche loro. Consapevoli della gravità del momento. C'è una vecchissima battuta di Antonio Ricci, che sembra attualissima: «Sua madre gli aveva detto che era un genio. Da quel giorno lui cercò di entrare in tutte le lampade che trovava». I riflettori illuminano Bonolis, che s'appresta a pronunciare la sua arringa (35 minuti filati). Lui difende la moralità propria, del notaio, della Rai e del format. Sull'altro canale, i ragazzacci di Striscia mostrano altre prove dell'impiccio. Fra i concorrenti degli «Affari tuoi» ci sarebbero anche un tenore, una candidata alle elezioni di Alleanza Nazionale, un candidato del Cdu, un presentatore di una tv locale calabrese. Bonolis imposta la voce, ricorre al diaframma, modula i toni. L'eloquio si è fatto fluido: «Che cosa importa quel che hanno fatto i concorrenti prima di partecipare a questo gioco - domanda retorico - hanno detto che i concorrenti li scelgo io, e non è vero, hanno detto che quando vincono non vincono, e invece quelli che hanno vinto hanno vinto. Ma vi pare possibile che alcuni di loro, adesso, siano insultati per strada e trattati come ladri? Ma vi pare giusto che la gente sospetti di loro?». Perora, come meglio non potrebbe perorare. Alle 21,12 conclude: «Vi ho spiegato come è la realtà delle cose. La vita è fatta di cose reali e di cose supposte. Se le reali le mettiamo da una parte, le supposte dove le mettiamo?». Poi, finalmente, passa al suo Mercante in fiera, con un concorrente che vincerà soltanto cinquanta centesimi di euro. Greggio e Iacchetti vanno avanti fino alle 21,15. Tutta la famiglia può riunirsi, per vedere insieme il «Processo di Biscardi», l'inventore delle risse televisive. Altroché i tarocchi. Prendete esempio dai politici: abbassate i toni.