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MILANO — Tra sogni e provocazioni la terza giornata di Milano Moda Uomo per la presentazione della collezioni ...

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L'americano Ralph Lauren nella linea Purple Label si rifà agli standard della sartorialità british. Sfoggiano capi formali anche i giovani cosmopoliti di Dolce & Gabbana, che sulla T-shirt stampata con la Piazza Rossa indossano un bel blazer blu e non disdegnano gioielli importanti, dall'aria aristocratica. Eleganza inglese anche da Trussardi e Missoni («un duca di Windsor che gioca su un campo di golf», dice Luca Missoni), ironicamente evocata da Moschino («un pastore sardo a Londra», spiegano alla griffe), stravolta da John Richmond. Solo Fendi va controtendenza e dice chiaramente che la sua ispirazione è Roma, quella papalina che si allunga fino all'oriente, ma con tutta l'aria, i colori, le atmosfere della capitale. Mentre Laura Biagiotti (per la quale ha sfilato con intenzioni benefiche, il campione di sci Giorgio Rocca) parla di eleganza sì ma quella semplice di una maglia dolcevita nera come quelle indossate dal regista Giorgio Strheler. Da Richmond, da sempre innamorato del rock'n'roll, forti le influenze punk, come nelle coppole con le punte di argento e nelle facce dei modelli pieni di piercing, che sembrano prelevati di peso da uno squat londinese. Sotto al giubbino modello college o bowling, Missoni invece mette dolcevita colorati e aderenti, pantaloni ampi, di flanella, ma tagliati come quelli da jogging. Le giacche a due bottoni sono morbide e destrutturate, spesso sostituite da cardigan preziosi, che di sera si accendono di bagliori di lurex e rischiano di essere rubati dall'armadio di lui per finire in quello di lei. Un po' Barry Lindon un po' baronetto inglese invece il giovane che sfila per Moschino. «Abbiamo immaginato come si vestirebbe un pastore sardo che va a Londrà, dicono alla griffe, che ha mandato in passerella anche un cappotto blu con stampata su entrambi i lati davanti la bandiera inglese. Scalda i colori tipicamente inglesi con un tocco di arancio Gabriele Strehle, stilista di Strenesse, mentre il capo cult di Loro Piana è il giubbotto Horsey Polo, tipico sport inglese. Fendi invece si ispira a Roma, mandando in passerella un giovane inquieto, cerebrale, pensieroso. Un romantico che veste tute-pigiama di seta e lunghe sciarpe con frange senza timore che qualcuno metta in dubbio la sua mascolinità. «Un uomo che non ha bisogno di mostrare i muscoli», spiega Silvia Fendi che firma la griffe di famiglia. Per Laura Biagiotti l'eleganza è quella di un uomo come Giorgio Streheler, il regista che raramente si divideva dal suo maglione dolcevita nero. «Ma comunque, al di la di tutto, in uomo l'eleganza è innata - ha detto la stilista - e soprattutto, a differenza di quanto accade qualche volta alle donne, rimane intatta con il passare del tempo».

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