«La prima qualità di un attore è la volontà»

Sono nato da una nobile famiglia napoletana. Palazzo Mastelloni ospitava Luisa Sanfelice quando venne arrestata. Una famiglia e una tradizione di magistrati da parte paterna e di rigorosissimi direttori di banca da parte materna». È figlio unico? «Il mio unico fratello Carlo è un bravissimo magistrato noto per aver spiccato due mandati di cattura nei confronti di Arafat». Perché fa l'attore? «Il mio unico grande amore. Ho interrotto gli studi al liceo classico per noia ed insofferenza ai metodi tradizionali. Sono stato escluso per un anno da tutte le scuole della Repubblica per ignavia. Comunque da ragazzo non pensavo di fare l'attore, piuttosto il cantante. Ed ancora oggi ho un sogno, girare il mondo accompagnato da una grande orchestra». Le piace la televisione? «Forse di più la televisione di una volta. Sento di avere un profondo legame con la Rai. L'azienda di viale Mazzini mi ha insegnato tantissimo e mi ha dato il successo quando già a teatro ero un attore affermato». Chi ricorda con più affetto del mondo della televisione? «Sicuramente Antonello Falqui. Il grande regista mi chiamò per "Mille luci" con Mina e la Carrà. Fui costretto a rifiutare perché impegnato a teatro con "L'Amenta" di Tasso. Poi fui chiamato ancora per "Bambole non c'è una lira" con Tino Scotti, Gianni Agus, Isabelle Biagini, Pippo Franco, Loredana Bertè e Cristian De Sica. Il grande successo arrivò con "Studio 80". Merito di Falqui e di Cristian De Sica e Nadia Cassini». C'è l'altra faccia di Mastelloni? «È quella del giornalista cinematografico. Ho realizzato numerose interviste ad attori e collaborato alle terze pagine di vari quotidiani come critico televisivo». Attore si nasce o si diventa? «Si nasce ma si studia per diventarlo. La potenza dell'immaginazione dell'attore è quella che si trasmette allo spettatore. L'attore è un modo per comunicare ad altri emozioni che nascono dentro se stessi. Un attore è anche un uomo dotato di una grande forza di volontà».