di ASSIA BAUDI DI SELVE UN FENOMENO culturale.
E la moda balinese, straordinaria alchimia tra tradizione artigianale e contaminazione, impazza. Gli stilisti occidentali che producono in Oriente lasciano tracce delle loro creazioni e i locali se ne ispirano, riprendono i modelli e li rielaborano, lavorando il brillante tessuto sideman, proveniente dall'omonimo villaggio nel sud est dell'isola, o le stoffe indiane. Anche quest'anno, numerosi italiani hanno deciso di trascorrere il Natale nella terra di contrasti, dove coesistono il caos delle città rumorose, la violenza del mare e delle piogge tropicali e la quiete nei villaggi, tra le risaie, nei templi indù, sulle spiagge paradisiache, la più affascinante delle quali non a caso si chiama Dreamland. E non hanno potuto fare a meno di tornare con valigie più piene di quando sono partiti. Piene di quei colori accesi e inconfondibili che caratterizzano Bali e che tingono sciarpe di crepe di seta, vestitini lievi e fluttuanti, dal taglio semplice, e soprattutto parei realizzati con tecnica batik, di origine indonesiana, e sarong. Con tre milioni di rupie, ovvero 300 euro circa, si sono rifatti il guardaroba estivo, acquistando sandali infradito, zoccoli di legno intagliato a mano e borse e micro borse di ogni tipo, in serpente, in nappa, in sideman o in cotone. Le paillettes e i fili d'oro e d'argento, sono un must e impreziosiscono tutto, dalle scarpe alle cinture larghe a vita bassa. Ma non è necessario volare dall'altra parte del mondo per vestirsi di luce e leggerezza. Nel centro di Roma alcuni negozi propongono capi di abbigliamento, accessori e oggetti di arredamento balinese che vanno a ruba, anche se dieci volte più cari rispetto a quelli che si possono trovare in loco. Sono di proprietà di giovani viaggiatori romani che a Bali hanno lasciato il cuore. Adesso tutti rientrano dalle vacanze, loro partono, per preparare la collezione estiva. Sabrina Zanzarelli, proprietaria di Toko (negozio in indonesiano), in via del Corallo, punterà sulle farfalle, che farà stampare e ricamare ovunque. Ha preso l'aereo proprio ieri, in compagnia di Paolo Ziggiotti, il suo socio, creatore de Il Campanile, in Viale Parioli, via Bevagna, Piazza della Balduina e Porto Ercole, che scommetterà su caftani coloratissimi. Quanto a Manuela Visocchi, ideatrice di Tracce d'Oriente, in Via del Teatro Pace, giocherà con chiffon, crepe di seta, viscosa e garza di cotone e con la fantasia del geco, animale porta fortuna. E riempirà il suo «anti ikea» di madre perla e gioielli da lei disegnati, in argento lavorato da giavanesi con pietre indiane e corno balinese, specchio dell'anima dell'isola, dove s'intrecciano culture diverse, ognuna delle quali risplende nei dettagli.