«Addio ai film-panettone»
Christian De Sica, però lo ammetta, Leonardo Pieraccioni vi ha rubato la scena quest'anno, con un clamoroso ed inaspettato sorpasso. «Sono contento per lui perchè è un bravissimo attore. Per quanto ci riguarda sapevamo che dopo il record dell'anno passato difficilmente potevamo essere nuovamente primi, però abbiamo conquistato un'ottima postazione». Neri Parenti l'ha già informata sui contenuti del prossimo cine-panettone? «No. So che tra qualche giorno si incontrerà con Aurelio De Laurentiis per i primi accordi. Tuttavia penso sarà un film completamente diverso, con "Natale in India" si è chiusa una trilogia. Per la verità credo che il cosiddetto "film di viaggio" sia arrivato al capolinea. Mi auguro che stiano pensando ad una commedia a tutto tondo». E nel frattempo? Non vorrà mica fare solo film natalizi... «Ho scritto un musical con Fausto Brizzi e Marco Martani, "The clan". Volevo portarlo in teatro, poi Guido e Maurizio De Angelis e Bruno Altissimi se ne sono innamorati ed abbiamo deciso di trasformarlo in un film. Dopo quattro anni torno alla regia». Che storia racconta in «The clan»? «La rocambolesche vicende di tre disgraziati meccanici di motociclette che da Roma partono alla volta di Las Vegas per partecipare ad un raduno di Harley Davindson e si ritrovano ad interpretare Frank Sinatra, Dean Martin e Sammy Davis Jr. Nell'ordine: io, Sebastian Torchia, il John Travolta nell'ultima versione teatrale de «La febbre del sabato sera», e Paolo Conticini. Inteprete femminile sarà la splendida modella Elettra, figlia di Isabella Rossellini». Il piccolo schermo l'ha dimenticata? «Niente affatto. Il 15 e 16 febbraio su Raiuno andranno in onda le due puntate della fiction "Attenti a quei tre" girata in Spagna, diretta da Rossella Izzo, con mio figlio Brando, Lucrezia Lante Della Rovere e Paolo Conticini». Come tutti i comici anche lei ambisce ad un ruolo drammatico? «I comici sono i più grandi attori drammatici del mondo. Solo che i produttori lo ignorano e continuano ad offrirmi parti brillanti. Non sanno quello che si perdono!». Secondo lei suo padre, se fosse ancora vivo, sarebbe contento della sua carriera? «Penso di sì. Sa, i figli dei famosi sono sempre molto antipatici al pubblico. Io tutto sommato non posso lamentarmi. Non crede?». Non lo so. Sicuramente non si possono fare paragoni, perche lei ha scelto un genere talmente diverso... «Da questo punto di vista i paragoni non si possono proprio fare, mio padre è stato e rimarrà un maestro del cinema italiano».