di ALDO COSTA QUELLO di Ocriticum, antica cittadina romana ai piedi della Maiella, era un nome dimenticato.
E oggi, grazie anche al del ministero dei Beni culturali, rinasce come Parco archeologico. Situato nel territorio del comune di Cansano (L'Aquila), nel Parco Nazionale della Maiella, il nuovo sito archeologico punta a riscoprire il ruolo che Ocriticum ebbe in epoca romana, soprattutto nel I secolo dopo Cristo, grazie alla sua collocazione lungo l'importante percorso che da Roma conduceva ad Aufidena (l'attuale Alfedena), Aesernia (Isernia) e Beneventum (Benevento). La Tabula Peutingeriana, antico itinerario stradale, pone a sette miglia da Sulmo (Sulmona) la «mansio Jovis Larene» attorno alla quale sorse Ocriticum. Lì vivevano i «cultores Jovis», quei cultori di Giove ai quali era affidato il delicato compito di onorare la somma divinità nell'importante santuario situato nei pressi del percorso romano, al confine tra il territorio dei Peligni e quello dei Sanniti. «Questo Parco è tappa di un lungo programma - spiega Rosanna Tuteri, archeologa della Soprintendenza per i Beni archeologici - che è stato preceduto da indagini e restauri che proseguiranno anche in futuro». Il Parco archeologico punta a valorizzare un intero territorio caratterizzato dall'emersione, attraverso la ricerca archeologica, dei suoi caratteri storici. Il Parco archeologico sarà inaugurato domani a Cansano assieme al Centro di documentazione archeologica. Nel corso della cerimonia sarà presentato il libro «Ocriticum» (edito da Synapsi) che illustra la storia del sito. E domani, ove resti tempo per il desco, si consiglia il turista, lo studioso errante, di sostare a Pacentro, celebrato luogo che dette i natali a Madonna (la diva), ma più celebrato per esser sede di uno dei ristoranti piú seduttivi e ricchi di leccardíe indigene della regione. Si dice «Il Caldora» ovvero da Carmine: lui offerente immaginosi manicaretti, lei, la moglie, rapinosa demiurga dei medesimi. Costo decente e gusto estasiato, panza solenne e ricordo assicurato.