Un prete al Grande Fratello, la Chiesa si ribella

Un sacerdote tra i concorrenti al reality show che inizierà il prossimo 22 gennaio e che, con una tale ardita scelta, tenterebbe di sopravvivere tra la miriade dei programmi realtà di prossimo approdo sul piccolo schermo. La notizia, data per certa in alcuni ambienti Mediaset, ma considerata, in altri, solo possibile, ha destato scalpore ed incredulità. Il primo a dichiararsi più stupito e sconcertato di tutti è Giovanni Modina, responsabile di Canale 5. Modina, però frena, annunciando che la scelta non è definitiva. A presentarsi alle selezioni per entrare nella casa più spiata d'Italia è stato un sacerdote non ancora quarantenne, meridionale. Sulla sua presenza nell'appartamento di Cinecittà, le reazioni sono state quasi coralmente negative. Soprattutto quelle dei confratelli religiosi. «Mi auguro si tratti di un trucco finalizzato a catturare l'attenzione su un programma che rischia di confondersi nella gran quantità di reality show che ha generato. Un espediente insomma da sfruttare commercialmente», afferma disarmato Don Roberto Di Diodato, direttore editoriale del gruppo Multimedia San Paolo. Che continua: «Il sacerdote ha una missione da compiere. Entrare in quell'appartamento equivarrebbe a vivere situazioni non consone alla dignità della sua veste talare e del suo compito su questa terra». Durissima anche la reazione di Don Felice Riva dell'Opera Don Guanella, esperto di comunicazione. «Sono letteralmente costernato. L'abuso del piccolo schermo sta facendo perdere di vista i valori più elementari. Un sacerdote in un reality show che si è distinto per grossolanità e volgarità di linguaggio e di situazioni, a me personalmente appare condannabile». Don Felice Riva ricorda le dure critiche di cui, cinque anni fa, nel febbraio del 1999, furono oggetto sacerdoti e suore che parteciparono ad una serata speciale di «Furore», il programma di Alessandro Greco, dove, cantando e ballando, si propose un'immagine inconsueta del prete. Le autorità del Vaticano non accettarono quelle esibizioni, catalogandole al di fuori dei canoni sacerdotali accettabilli. E condannarono l'anno dopo il Grande Fratello etichettandolo un programma inutile, ambiguo e parassitario «Il Grande Fratello mi sembra un programma assolutamente fuori luogo, impossibile che venga frequentato da un prete, a meno che questo sacerdote non sia in grado di redimere tutti gli abitanti della casa. Mi sembra, però, un'ipotesi assurda», tuona Don Antonio Mazzi, gran frequentatore del piccolo schermo. «Inaccettabile sfida alla Chiesa» questo il commento del Cardinale Ersilio Tonini che definisce il sacerdote candidato al GF 4 un irresponsabile per cui toccherà al suo Vescovo adottare le misure del caso. Tutti i religiosi interpellati, vicini al mondo della comunicazione televisiva, concordano nel ritenere che la presenza di un prete può inserirsi, a fine di evangelizzazione, soltanto in programmi come un talk show. A non voler fare il processo alle intenzioni ed a sospendere il giudizio in attesa di accertare quale sia l'effettivo ruolo del prete all'interno della casa di Cinecittà, è invece Roberta Beta, protagonista della prima edizione del GF. «Gli apostoli si recavano tra i peccatori nel tentativo di redimerli, magari questo sacerdote riuscisse ad evangelizzare anche gli abitanti dell'appartamento del GF4», afferma l'ex reclusa, oggi conduttrice televisiva. Tra le novità, infine, del GF4, la presenza, oltre che della suite, anche di una zona punizione, dove saranno relegati i concorrenti che non rispettano le regole stabilite.