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Indossi un abito che costa poco? Nei pub non entri

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Incredibile, ma vero. Almeno secondo quanto riportato da un noto fashion magazine inglese in cui si legge che indossare la label sbagliata prima di attraversare la porta di un locale significa essere fermato dallo staff, che ne presiede l'ingresso, poi essere invitato a uscirne o quantomeno a celare, durante la permanenza, il capo di abbigliamento griffato. Della serie: dimmi come ti vesti e ti farò entrare. Burberry, mitica fashion house, è stata messa all'indice. La rivista on line ammette l'esistenza di club negli UK in cui chi veste anche solo un semplice berretto da baseball, firmato Burberry, non può entrarvi. Neanche per un minuto. Sono stati posti all'angolo anche Henri Lloyd, assai famosa dalle nostre parti, ove è considerata uno delle firme più accreditate nel campo dell'abbigliamento da barca. O Hackett che, propostasi al mercato come una linea country-style adatta al gentlemen di buona famiglia, ha subito una trasformazione nel tempo, fino a essere considerata assolutamente urban casual. Anche Kickers è stata aggiunta alla lista nera. Sembra che siano parecchi i brand "interdetti". Ma, qual è la ragione di questa forma di razzismo? L'accanimento nei loro confronti deriva probabilmente dal fatto che i prodotti siano diventati non solo oggetto di acquisto di ceti economicamente più forti, ma appannaggio anche delle classi inferiori. Insomma, vengono considerati «underclass designers». La prossima volta che entrate in un pub londinese, dunque, guardate prima cosa indossate. Se la griffe non è quella giusta, rischiate che vi sia indicata la porta. Ann. Fum.

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