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E sotto l'asfalto un quartiere di Roma antica

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Nessuno però ha nemmeno accennato alla scoperta — avvenuta al momento della demolizione di Palazzo Piombino al quale la Galleria venne sostituita, tra il 1914 e il 1922 (non alla fine dell'Ottocento, com'è stato scritto; e lo stile non è il liberty ma l'eclettico) — dei resti di un «quartiere» dell'antica Roma: quello che s'estendeva nella zona pianeggiante del Campo Marzio orientale compresa tra le pendici del Quirinale, la valle del Tritone e la via Lata, il tratto urbano della Flaminia corrispondente all'odierna via del Corso. A dare il via all'urbanizzazione di quella zona fu il genero di Augusto, Agrippa, proprietario di gran parte dei terreni, in concomitanza con la costruzione dell'Acquedotto Vergine (quello dell'Acqua di Trevi) le cui arcate si susseguivano dalla base del Pincio fin nei pressi del Pantheon. È assai probabile che essa sia stata poi una delle zone scelte per edificare la nova urbs, la «città nuova» programmata subito dopo l'incendio che sotto Nerone, nel luglio del 64 d.C., aveva devastato Roma. Certamente nel II secolo vi sorgeva un intero «quartiere» al quale apparteneva l'ampia porzione scoperta, a diversi metri di profondità, dove sorse la Galleria Colonna (e fin sotto il palazzo della Rinascente). Essa si presentava con un impianto viario di tipo ortogonale orientato sulla via Lata, le cui strade, larghe 6/7 metri, determinavano coi loro incroci grandi isolati rettangolari occupati per lo più da caseggiati per abitazioni intensive, a più piani, con appartamenti d'affitto, portici a pilastri e botteghe al pianterreno, cortili interni e facciate con molte finestre e lunghi balconi. Se fossero stati salvati e adeguatamente sistemati, invece d'essere rasi al suolo, i resti di quel «quartiere» avrebbero potuto costituire uno degli «angoli» più interessanti e suggestivi della Roma archeologica. Fortunatamente, altri lembi ne sono stati salvati, dopo essere tornati alla luce con scavi regolari, nei dintorni, in tempi più recenti: prima, tra il 1969 e il 1973, in seguito ai lavori di ristrutturazione di un edificio nell'isolato compreso tra via in Arcione e via dei Maroniti; poi, tra il 1999 e il 2001, in via di San Vincenzo, in occasione della ristrutturazione del vecchio Cinema Trevi. Di entrambi, e specialmente dei secondi, vale la pena di andare a fare una visita. Magari dopo una passeggiata nella rinnovata Galleria Colonna.

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