di MARIO BERNARDI GUARDI QUALCHE anno fa, Franco Cardini, si definì «intellettuale disorganico» ...
Un'espressione azzeccata e che ci sembra corrisponda al vero: perché tutto il percorso culturale e politico del medievista fiorentino è quello di un anticonformista, di Destra, sì, ma mai allineato. Verrebbe quasi voglia di utilizzare per lui il termine «eretico» se non sapessimo che è un roccioso cattolico innamorato della Tradizione; o scomodare l'usato e abusato aggettivo «trasversale», se l'utilizzazione di questa etichetta non avesse il sapore della scappatoia. Diciamo allora, a costo di sfiorare la banalità,che Cardini «ha le sue idee», indubbiamente «scomode» e di sicuro irritanti per chi ragiona a suon di schemi. Per sincerarsene,basta dare un'occhiata al suo ultimo libro «Astrea e i Titani» (Laterza, 204 pagine, 14 euro). Il titolo evoca paesaggi mitologici e potrebbe apparire suggestivamente enigmatico; il sottotitolo «Le lobbies americane alla conquista del mondo» viene però a chiarire subito ciò di cui si parlerà e i termini in cui se ne parlerà. Antiamericani? Cardini ha sempre negato di avere pregiudizi di questo genere: non ce l'ha con gli Usa, non si è convertito all'Islam, non è un agente di Osama Bin Laden. Se Bush non gli piace, non è per partito preso o perché vada a caccia di «imprimatur» noglobal, dopo aver seminato sconcerto tra la destra moderata, liberale e «occidentalista». Inoltre,non vuole che il suo libro sia scambiato per un «pamphlet» o per un «instant book»,ma ci tiene a riaffermare che, come per altri suoi lavori recenti, si tratta di un saggio di riflessione storico-politica. Con dei documenti e degli argomenti: a chi legge l'onere e l'onore di contestare la bontà degli uni e degli altri. Lui, nomi, cognomi, date e cifre alla mano, con lo spirito di un «maledetto toscano» che sta sul fronte opposto a quello della Fallaci, parte all'attacco del sacro diritto all'egemonia planetaria che ormai gli Usa rivendicano con tranquilla arroganza; si ribella alla retorica della democrazia e della libertà con cui George junior e le teste d'uovo neoconservatrici giustificano l'interventismo a stelle e strisce in ogni parte del mondo, magari decidendo una guerra preventiva; vuol dir la sua, da cattolico che non svende nulla di fede e di dottrina, ma anche da estimatore dell'Islam e da ferratissimo conoscitore dei millenari intrecci tra Oriente e Occidente, a proposito del fondamentalismo( ce n'è anche uno laico, ha ribadito in questi giorni alla trasmissione «Internet Cafè»), del terrorismo, dello scontro di civiltà ecc.; si chiede e ci chiede se il verbo e le istituzioni del «migliore dei mondi possibili» - il nostro - debbano essere affermati a suon di bombe. Cardini fa la storia di questi ultimi anni e di queste ultime guerre: e quel che racconta a proposito degli intrighi che stanno dietro le scelte militari degli Usa non crediamo possa esser rinviato al mittente come la truce fantasia di un tipo che è fissato coi complotti. Perché soffermarsi sul prima e il dopo il terribile 11 settembre, sui tanti, misteriosi nodi irrisolti, non significa certo dire che gli americani le Twin Towers se le sono buttate giù da soli, per aver poi mano libera in tutto il mondo. In fondo, la lezione del nostro storico è quella del realismo: l'America è un impero che difende i propri confini, che colpisce vecchi alleati diventati avversari o che possono diventarlo, che all'Europa non può riservare se non un ruolo subalterno (e,del resto, il rissoso Vecchio Continente se lo merita). La forza del diritto? No,il diritto della forza, lo Sceriffo Cosmico che impone la legge del West, col suo pistolone che spara di qua e di là. Tutto bene,allora? No, tutto male, anzi di male in peggio. Perché lo strapotente Impero americano è un soggetto a rischio. Zeus W. Bush, oltre che con l'estremismo millenarista-iperrealista dei «neocon», deve vedersela anche con lo spietato affarismo dei Titani,e cioè,per l'appunto,delle «lobbies»,d elle multinazionali, dei prepotenti assalitori dell'Olimpo. Insomma, la Grande Finanza mondialista ha in pugno l'Imperatore. Riuscirà Astrea,