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Urbani: «Alla Biennale farò la rivoluzione»

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Totonomine: Giannini e Montalto smentiscono di essere tra i candidati per il settore cinema

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Dopo la bufera di polemiche dei giorni scorsi sul rinnovo dei vertici della più blasonata tra le manifestazioni veneziane, ieri la giornata si era aperta con inchini e salamelecchi. Omaggi formali che alla fine si sono rivelati semplici scambi di amenità tra persone che, evidentemente, non si trovano più in accordo. Il ministro dei Beni e delle attività culturali Giuliano Urbani ieri mattina aveva dichiarato la sua soddisfazione per la gestione del presidente Franco Bernabè e per l'operato del direttore della Mostra del Cinema Moritz De Hadeln. A sua volta De Hadeln chiedeva di incontrare il ministro per chiarire le rispettive posizioni. Il ministro si scusa, ma proprio non è possibile. «Ho avuto cordialissimi incontri con lui, mai un dissapore - assicura Urbani - Solo che il mio referente non è lui, come non è nessuno dei direttori di sezione, io parlo solo con Bernabè. So che il direttore della Mostra mi ha chiesto di vederlo, ma non è mio compito, sui responsabili di sezione non metto becco». Nel mezzo di una mattinata così limpida si era appena sentito l'eco di qualche tuono in lontananza. Alle Biennali targate De Hadeln Urbani riconosce il successo nel concorso ma non per quanto riguarda «quello che c'è intorno: gli eventi, le presenze internazionali, le esibizioni, i personaggi, gli autori». Mentre per il 2004, sottolinea il ministro, «la gran scommessa è quella di far tornare un mercato di cinema al Lido». Poi ha spiegato cosa farà nel futuro. Dopo il varo del decreto di riforma, previsto per martedì nel consiglio dei ministri, comunicherà i nomi del «miglior presidente e del miglior rappresentante ministeriale» per la Biennale, poi, entro l'Epifania nominerà il nuovo Cda. E sembra ci siano pochi margini per la riconferma dell'attuale presidente Franco Bernabè. Infatti non si parla di un «rimpasto», ma di un Cda tutto nuovo. Una vera rivoluzione. «Ricostruire il Cda - afferma il ministro - è un mio diritto-dovere in modo tale che sia il più efficace ed efficiente possibile perché questa Biennale possa dare il meglio di sé in tutti i settori, Archivio Storico compreso». E «i migliori - saranno poi comunicati, ha concluso il ministro - seguendo le vie ufficiali a cominciare dal Parlamento, com'è mio dovere». Queste affermazioni hanno riacceso le polemiche. Molti affermano che così si rischia di spezzare la continuità di conduzione della Biennale creando problemi invece di risolverli. Il regista e presidente di Rai Cinema Giuliano Montaldo, il cui nome era stato fatto come possibile successore di De Halden, ha spiegato di non essere «candidato ad alcunché». Il regista di «Sacco e Vanzetti», è anzi dispiaciuto perché «intorno alla nostra manifestazione più importante, più amata, c'è un balletto che ne rende difficile la gestione». Smentita anche da Giancarlo Giannini: «Io direttore della Mostra del Cinema di Venezia? Per adesso non so nulla perché nessuno mi ha interpellato. Se mi interpelleranno - continua l'attore - ci penserò e cercherò di capire che tipo di autonomia potrei avere». Giannini si tira anche fuori dalle polemiche e spiega di valutare positivamente il lavoro svolto fino a questo momento dall'attuale direttore De Hadeln. «E comunque - conclude - è un pezzo che ho smesso di frequentare i festival».

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