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ITALIANI campioni mondiali della «vasca» a fini di shopping.

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L'Inghilterra è seconda con 2 ore e 15 minuti, terzi i tedeschi con 2 ore; mentre in Spagna questa pratica si aggira attorno a 2 ore e 22 minuti in media. Il dato emerge da uno studio promosso dalla catena italiana di outlet Fashion District in collaborazione con la Klaus Davi & Co. A determinare la media alta è il numero particolarmente elevato di anziani nel nostro paese. Il campione preso in considerazione negli ultimi 30 giorni dagli psicologi è di 2000 persone in tutta Europa, in collaborazione con 500 negozi e megastore. Dai dati dello studio viene fuori anche un elemento inoppugnabile: lo struscio è femminile (il 44% del campione vi si dedica almeno una volta a settimana per un totale di 3 ore e mezza). E in seconda battuta, è appannaggio dei giovanissimi (37% tra i ragazzi di età compresa tra gli 8 e i 18 anni per un totale di un'ora e 50 minuti). Molto praticato anche da pensionati (55-80 anni) che giungono a praticarlo per 4 ore a settimana. Della spesa natalizia che secondo Confesercenti verrà dedicata agli acquisti natalizi (vale a dire 14,5 miliardi euro), ben un quarto, vale a dire 3 miliardi e 625 milioni di euro, avvengono tramite la pratica dello struscio. Che viene considerato un forte veicolo di socializzazione (25%). Non mancano motivazioni legate all'esibizionismo (21%), alla necessità di acquistare qualcosa (16%), all'eventualità di incontrare l'anima gemella (14%). Le zone maggiori di struscio sono a Milano. Fashion District stima una pratica che coinvolge in quella città 1,5 milioni di persone al giorno, dovuto all'estrema articolazione delle vie dell'acquisto (Corso Vercelli, Via Torino, Corso Buenos Aires). Battuta Roma (leader sono Via del Corso, Cola di Rienzo, Via Condotti) con 1,3 milioni giornalieri di struscianti. Poi Napoli (600 mila), Torino (500 mila); Firenze (400 mila), Palermo (300 mila); Bari (200 mila); Bologna (200 mila). Ma quali sono gli acquisti più gettonati? Innanzitutto i prodotti musicali e tecnologici, come l'ultimo modello di telefonino o la playstation (27%), i cosmetici sempre richiestissimi (19%) e l'abbigliamento (18%), calzature (15%). Quando l'acquisto è d'impulso, un peccato a cui non rinunciare, almeno per motivarsi le ore passate facendo lo struscio, allora prevale il consumo alimentare (24%). E giù, anche, a comperare la specialità gastronomica del luogo, panzerotto o cassata che sia, l'oggetto futile come l'accendino simpatico, il ricordo gastronomico, magari un liquore imbottigliato preziosamente. Ma quali sono questo Natale gli oggetti più richiesti? Secondo lo studio spiccano al primo posto gli oggetti natalizi preziosi, come putti in porcellana o addobbi natalizi in cristallo, quindi pigiami dalle sfarzose fantasie, collant, t-shirt push up con reggiseno inserito, classiche cravatte e/o bretelle di seta, le immancabili pashmine, jeans con inserti o a push up per sostenere i glutei, federe per cuscini con motivi divertenti, l'ultima moda delle camicie con gli orli e le asole a vista, l'immancabile maglione in cachemire da sottogiacca. Insomma, l'importante è acquistare, meglio un oggetto-gadget non impegnativo a livello di costo, ma di qualità e ad alto valore sentimentale aggiunto. Con lo struscio si spende il 30% in più. Per Klaus Davi: «L'acquisto da passeggio è più meditato di quello mirato e pianificato. La gente non è assillata dalla fretta, prova i prodotti e poi ci ritorna su, magari qualche giorno dopo». Conferma Willy Pasini: «Il consumo da struscio è più esplorativo e qualitativo. Spesso si fa in coppia, o in gruppo consigliandosi a vicenda. La componente di tendenza in questo genere di consumi è più forte».

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