AZIENDE IN DIFFICOLTÀ, SOPRATTUTTO SUL MERCATO USA
L'euro forte preoccupa le aziende italiane che esportano. Nessuno, però, intende aumentare i prezzi, riversando sui consumatori il peso dell'apprezzamento della moneta europea col rischio si perdere quote di mercato. «Gli Usa e l'Asia sono mercati strategici per la nostra azienda - spiega Luca Caserta del gruppo Marzotto che esporta nel mondo i marchi Valentino, Hugo Boss e Marlboro Classic - e in forte crescita. Valgono rispettivamente il 16% e il 7% del nostro export. Abbiamo fatto fronte all'apprezzamento dell'euro già quest'anno con le coperture finanziarie e siamo già pronti per il 2004. Restiamo, comunque, un'azienda a forte vocazione europea dove vendiamo il 73% dei nostri prodotti». La Stonefly, azienda leader per le calzature, ha deciso di congelare i prezzi. Il direttore generale Loredana Polo, spiega che «in effetti l'euro forte ci dà problemi con gli Usa. È un mercato che vale per noi il 12% dell'intero fatturato di 88 milioni di euro. Abbiamo deciso fare un sacrificio per ammortizzare la differenza di cambio. Il dollaro non potrà rimanere così debole ancora per molto». Valleverde, invece, che vende per l'80% della propria produzione di calzature in Italia è convinta che l'euro forte «blocchi anche l'espansione in Europa - dice il patron Armando Arcangeli - È chiaro che è un gioco di cambi. Il dollaro è troppo basso, tutti auspicano che l'economia americana riprenda presto. Uscire dall'euro è impossibile e allora ci vuole una politica di sostegno alle imprese perchè le paghe dei nostri operai si sono ristrette e di molto».