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«Vi racconto il Risorgimento delle donne»

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«Ne morirono più di cento, lottarono strenuamente contro gli austriaci anche solo con l'olio bollente»

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Dopo aver diretto «Maria Josè», fiction sulla vita dell'ultima regina d'Italia, andata in onda lo scorso gennaio su Raiuno, Lizzani non abbandona il filone storico. E, per Raiuno, firmerà, come regista e co-sceneggiatore assieme a Fabio Campus, Giuseppe Badduco e Franca De Angelis, un prodotto sul periodo legato all'unità d'Italia, a lui particolarmente caro, perché, confessa, i suoi due nonni sono stati ambedue garibaldini. Le riprese della miniserie, che si inserisce nell'ottica di Raifiction, finalizzata a ricordare le nostre radici storiche, inizieranno a marzo del 2004. La messa in onda è prevista per l'autunno prossimo. Il cast è ancora in via di formazione ma tra gli interpreti, l'attore Giancarlo Giannini è candidato a calarsi nel ruolo di Carlo Cattaneo, uno dei componenti del consiglio di guerra che si assunse il compito di guidare l'insurrezione. Un ruolo significativo sarà assegnato a Vittoria Puccini, la giovane attrice che dal prossimo mercoledì 17 dicembre, sarà la protagonista della fiction «Elisa di Rivombrosa» su Canale 5. Carlo Lizzani spiega le modalità scelte per raccontare, sul piccolo schermo, una delle pagine più significative della nostra storia risorgimentale. Carlo Lizzani, ricorrerà a personaggi di fantasia per raccontare la storia, perché? «Si tratta di un espediente per penetrare in maniera più diretta nella vita privata dei tanti personaggi coinvolti nell'insurrezione popolare milanese. La narrazione si dipanerà tra personaggi reali ed immaginari. Questi ultimi saranno quattro, due uomini e due donne di differente estrazione sociale. Particolare attenzione sarà data proprio al ruolo importante delle donne che combatterono strenuamente sulle barricate impegnate in prima linea nella lotta contro gli austriaci. Ne morirono circa cento di cui alcune, non avendo altri mezzi per lottare, pur di rendersi utili, gettavano olio bollente sui nemici. Attraverso i personaggi di fantasia racconteremo l'aspetto privato dell'insurrezione, costruendo un affresco storico dell'evento, proprio come è stato fatto, in passato, da grandi scrittori come Tolstoj in "Guerra e pace"». Ci sarà qualche altro espediente? «La narrazione è affidata, fin dall'inizio della prima puntata, ad un personaggio di fantasia che racconta al proprio figlioletto, attraverso una serie di flash back, l'insurrezione milanese alla quale prese parte in prima persona. Poiché quelle cinque gloriose giornate non furono, però, decisive per cacciare gli austriaci, che poi tornarono in città, abbiamo voluto raccontarle, televisivamente, in un contesto gioioso. Per questo motivo la prima puntata inizia nel 1860, nel giorno della festa che sanciva l'unità dell'Italia. Il narratore farà un salto all'indietro di dodici anni e si sforzerà di far capire al figlio l'importanza dell'evento che si sta festeggiando». Le riprese si svolgeranno soltanto a Milano? «Gireremo tra Milano e Pavia, città i cui navigli assomigliano maggiormente a quelli di metà ottocento esistenti a Milano». Lei dovrà dirigere, sempre per Raiuno, la trasposizione televisiva di "Le confessioni di un italiano? «Si, ma è un progetto a più lunga scadenza».

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