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ESTASI e tormento: sono stati questi i due poli attraverso i quali si è mossa una vasta gamma di sentimenti ...

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Con uno spettacolo dall'allestimento importante e internazionale, Giorgia ha dimostrato ai presenti (6.200 paganti più alcuni ospiti, tra cui il sindaco di Roma Walter Veltroni), al Palalottomatica, di essere diventata «grande», non solo per i risultati di vendita degli ultimi lavori, ma soprattutto per la maturità artistica ed espressiva raggiunta. Il concerto ha ovviamente l'obiettivo di promuovere le nuove canzoni ma anche, ha detto all'inizio, quello «di trasmettere ciò che mi sta accadendo, il senso di responsabilità che si prova di fronte a certi eventi. Tendere verso qualcosa di migliore dentro e fuori di noi deve essere lo scopo. Guardare, ascoltare e cercare di cambiare le cose sbagliate, come la guerra». Il tutto nel nome della libertà, più volte invocata nelle canzoni e, con citazioni filosofiche, con frasi sui maxi schermi, nel corso di tutto il concerto durato circa due ore e un quarto. Lo spettacolo è partito sulle note di un brano storico, un omaggio al suo nome, «Georgia», con un ospite virtuale sullo schermo, Ray Charles, nelle immagini del duetto fatto in occasione del Summer Festival, l'estate scorsa a Lucca. Ma le citazioni non si sono fermate qui: tra successi vecchi e nuovi, attraverso tutti i generi del suo vasto e contaminato repertorio, Giorgia ha inserito alcune importanti citazioni, come quella di «Sweet dreams» degli Eurythmics all'interno della sua «Come si fa» e il tributo al re del reggae Bob Marley con la celebre «Turn your light down low». Tre gli abiti indossati dalla cantante in abbinamento con l'atmosfera dei vari momenti dello spettacolo: un vestitino corto, senza maniche, azzurro e rosa nella prima parte (su brani come «Vivi davvero», «Senza ali» e «La gatta»), un abitino nero, con scarpe alte, sul set acustico (con le sanremesi «Come saprei» e «Strano il mio destino») e infine nuovamente casual in chiusura con una minigonna verde e maglia a rombi verde e nero, su brani come «Il lupo» e «Toxica». Musicisti di prim'ordine hanno accompagnato la performance: Michael Baker alla direzione musicale e batteria, Sonny T. al basso, Mike Scott alle chitarre, Michael Bellar alle tastiere, Sandy Chambers e Alessandra Puglisi ai cori. Le coreografie sono curate da Luca Tommassini, mentre il gioco di luci sul palco è di Vince Foster (già light designer per Phill Collins, Kylie Minogue e Jamiro Quai). Tra gli omaggi quello più sentito è andato all'amato e compianto Alex Baroni, scomparso dopo circa un mese di coma, più di un anno fa, in seguito ad un incidente di moto. Alla mamma del cantante, Marina, presente al concerto, Giorgia ha girato l'ovazione del Palazzetto. Oltre a «Gocce di memoria» (fortunata colonna sonora del film di Ferzan Ozpetek «La finestra di fronte») e al nuovo singolo «L'eternita», è ancora presumibilmente dedicata ad Alex «Per sempre». Il tour prosegue, a dicembre, l'11 a Verona, il 12 a Trieste, il 13 a Padova, il 15 a Bologna, il 16 a Treviglio (Bg), il 17 a Genova e si chiude il 19 al MazdaPalace a Milano.

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