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di LUCIANA VECCHIOLI UN'ALTRA commedia dove racconta i sentimenti con una lievità del ...

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Cosa la lega al precedente «Pane e tulipani»? «Credo che non ci sia molto altro. È una storia più corale rispetto alla precedente, ed anche difficile da raccontare, perchè impostata sui tre personaggi protagonisti: Licia Maglietta, Giuseppe Battiston ed Emilio Solfrizzi». Un Silvio Soldini (nella foto) come sempre schivo e fuori dagli schemi, quello che tenta di spiegare l'intreccio narrativo del nuovo lungometraggio al quale sta ancora lavorando. In fase di montaggio, annunciato per febbraio nelle sale, presentato la settimana scorsa nella rassegna «Pronti quasi pronti», nell'ambito delle Giornate Professionali di Cinema svoltesi a Sorrento, «Agata e la tempesta» rappresenta indubbiamente per il cineasta milanese un ritorno alla leggerezza sentimentale del pluripremiato «Pane e tulipani», dopo la drammaticità di «Brucio nel vento». Soldini, nella sinossi si legge di Agata/Maglietta, una libraia alla quale improvvisamente cambia la vita, quasi fosse finita dentro la trama di un bizzarro romanzo. Lei quale rapporto ha con la letteratura? «Sicuramente è uno dei temi che mi faceva piacere inserire nel film. La lettura, la letteratura, il rapporto tra la vita e le cose che leggi. Lei è un personaggio che confonde spesso la realtà con la fantasia». Un po' come i sogni che vedevamo in «Pane e tulipani»? «In modo diverso, più letterario ed antico. La libreria è un luogo fondamentale nella trama, come peraltro il rapporto con i libri». La soddisfa realizzare di più la commedia o il dramma? «Non c'è differenza, l'importante è lavorare con le persone con cui hai piacere di condividere l'esperienza. Dagli attori ai tecnici. Questa grande famiglia che si mette insieme per costruire qualcosa deve sprigionare una forte energia». È la ragione per cui ha voluto lavorare ancora una volta con Licia Maglietta, con la quale ha condiviso uno dei maggiori successi della sua carriera? «In questo caso quando ho scritto la storia già sapevo che Licia sarebbe stata Agata, come peraltro immaginavo gli altri attori nei panni dei protagonisti». Come prepara il cast prima del ciak iniziale? «Mi piace avviare il film con una conoscenza reciproca, già in fase avanzata. Anche in questa occasione ci siamo visti due settimane prima delle riprese. Si comincia da una base e su quella spesso le idee fioriscono».

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