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A destra un mondo tutto da scoprire

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Un libro appena uscito e già in ristampa, del tutto fuori del comune, con dentro un po' di tutto, descritto in una chiave inedita, geniale, brillante. Si tratta di «Fascisti immaginari», dei giornalisti Luciano Lanna e Filippo Rossi (editore Vallecchi, 602 pagine, 25 euro) presentato ieri sera nella provincia di Roma, ad Artena, luogo dove per mesi gli autori l'hanno pensato, sofferto, studiato. E l'enorme bibliografia, strumento che potrà essere molto utile per chiunque voglia approfondire la materia, sta lì a dimostrare la lunga ricerca di due professionisti del giornalismo. «Tutto quello che c'è da sapere sulla destra» recita il sottotitolo del volume, un vero e proprio dizionario sull'antropologia e la cultura diffusa della destra italiana del dopoguerra. Con taglio ironico, ma con cura e massima attenzione, il lavoro analizza l'immaginario del post-fascismo, con le sue rappresentazioni e auto-rappresentazioni, i suoi miti, i suoi non detti, le sue contraddizioni, le sue appropriazioni (anche quelle indebite), la retorica autoprodotta e quella, opposta, che lo ha riguardato. Le voci vanno lette un po' per volta, e saltano da un argomento all'altro. «Chi, dal di fuori, avrebbe mai immaginato di scorgere analogie, negli epigoni del littorio, tra Charles Bukowski e Lando Buzzanca, Patty Pravo e Padre Pio, Willy il Coyote e l'agente 007?», si interroga Filippo Ceccarelli nella prefazione. Si passa dalla storia di Fini che diventa poi vicepremier, alla scoperta della cocaina, a un'interpretazione brillante di Unione e Liberazione. C'è anche la storia della Lazio - altro passaggio molto divertente - o l'interpretazione del '77 non come fatto di sinistra. In «Fascisti immaginari» c'è apparentemente tutto e il contrario di tutto: da Lucio Battisti a Corto Maltese, dai ragazzi di Salò ai «paninari» degli anni Ottanta, da Battiato ai Ray-Ban, dall'esoterismo alla musica leggera, dalla fantascienza a un certo cinema americano, dal tradizionalismo cattolico (e non solo) all'Islam. E ancora: Carmelo Bene, Giorgio Gaber, Fabrizio De Andrè e tanti altri. Tutti sanno che il «boia chi molla!» è stato per anni il grido di battaglia della destra più o meno estrema alla pari del «pagherete caro, pagherete tutto» della sinistra a partire dagli anni '70. Non è invece scontato sapere che personaggi, come Che Guevara e Kerouac, hanno affascinato l'immaginario di tanti giovani di destra.

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