NOIR FESTIVAL A COURMAYEUR
Stavolta, Dario Argento si è arrampicato alla base del Monte Bianco per mostrare al pubblico del Festival Noir alcune sequenze del suo nuovo film «Il Cartaio», in uscita nelle sale il 2 gennaio '04. Così, nel buio macabro della scena proiettata a Courmayeur, abbiamo visto l'ispettrice di polizia Stefania Rocca, che dà la caccia a un misterioso serial killer, restare col fiato mozzo quando in un fazzoletto avvolto trova due dita di donna tranciate di netto. «Ancora una volta il male è al centro di un mio film - ha commentato Dario Argento - Nel "Cartaio", però, il male è arricchito dalla tecnologia che si fa suo strumento. Il mio serial killer sfida la polizia in una serie di partite a video-poker, nello spazio virtuale». «In questo film ho eliminato gli effetti speciali da computer, in più ho tolto anche le luci della fotografia. Con le scene al buio, le ombre e le facce annerite dei protagonisti ho inteso restituire al genere qualcosa di crudele, di perfido, di autentico, che i "visual effects" finiscono con l'attenuare. Sono convinto che bisogna recuperare quell'aspetto artigianale che è stato sacrificato a favore del box-office. Oggi - prosegue Argento - nessuno più ti dice se hai fatto un buon film. Tutti guardano gli incassi, anche la critica» Con la critica continua ad avere il dente avvelenato? «Io sono stato perseguitato in modo indecente dalla critica e dalla censura. Per "Suspiria" la critica italiana mi aveva preso a parolacce. Poi, dopo che in Francia e negli Stati Uniti avevano lodato il film, piano piano, hanno ammesso che c'era qualcosa di valido. Nei Paesi scandinavi, ad esempio, i miei film sono stati boicottati per una ventina d'anni, hanno dovuto aspettare gli anni '80 per essere ammessi nelle sale». Con il "Cartaio" è tornato a girare per le strade di Roma. «Sì, racconto Roma come la conosco io, da Centocelle al Testaccio, al centro, con le sue infinite contraddizioni e le sue differenze. E' una città che alterna bruscamente architetture del Medio Evo con altre di Roma Antica. Le periferie sono diverse tra loro, anche nell'abbigliamento e nel tipo di dialetto: sono come delle Nazioni. Ho anche studiato la natura del serial-killer. Ho letto vari testi e sono stato al processo Pacciani, quello del mostro di Scandicci. Una volta vi incontrai Thomas Harris, l'autore di "Hannibal", il serial-killer cannibale».