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di ANTONIO SPINOSA ARRIGO Petacco appare con frequenza in libreria, e ora si presenta con ...

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Come spesso succede arriviamo ultimi. E inutilmente. Era indubbio l'entusiasmo degli italiani per l'impresa etiopica anche se a molti non sfuggisse il fatto che si fondava un impero di retroguardia quando, appunto, l'ideologia e la pratica colonialiste erano avviate al tramonto. E più utile sarebbe stato impiegare le risorse del paese a favore delle aeree depresse nazionali, in Calabria, in Lucania, in Sardegna. Le truppe italiane penetrarono in Abissinia, senza preavviso, il 3 ottobre dell'anno XIII dell'era fascista, così come aveva disposto il duce di un dispaccio a De Bono: «Nessuna dichiarazione di guerra. Ti ordino di iniziare l'avanzata nelle prime ore del 3, dico 3 ottobre». L'idea della conquista esaltava gli animi. Pirandello diceva: «Questa è una grande opera, e Mussolini è il vero uomo di teatro, l'eroe provvidenziale che Dio, al momento giusto, ha voluto concedere all'Italia». Il vecchio Vittorio Emanuele Orlando si metteva agli ordini del duce. Guglielmo Marconi diceva: «Eccellenza, voglio rendermi utile!». Così partirono gerarchi e altezze reali, deputati e senatori; partirono gli accademici d'Italia, fra i quali Marinetti, sostituendo alla feluca il casco coloniale e cantando appunto «Faccetta nera». Partì volontario Sem Benelli. Perché propaganda bellica risultasse quanto mai convicente, dovette partire anche il ministro che vi era preposto, Galeazzo Ciano. Non potevano mancare i figli di Mussolini: Bruno, non ancora diciassettenne, e Vittorio. Starace e Farinacci furono invece tra gli ultimi a muoversi. Per loro e per gli altri ritardatari di lusso, i legionari, già da molti mesi in Africa, intonavano una mordace canzonetta: «Quando la pugna diventa pugnetta/ ogni gerarca a venire s'affretta/ Se spira più lieve sospiro di vento/ chiedono, ed hanno medaglia d'argento/ Ma c'è qualcuno (è sempre il più stronzo)/ che pur si contenta di quella di bronzo». Ma ci furono pure eroismi, come ricorda Petacco con partecipazione riferendosi al sacrificio di Amedeo di Savoia che si era dovuto richiudere nella sua ridotta dell'Amba Alagi. Arrigo Petacco «Faccetta nera» Mondadori 248 pagine, 17 euro

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