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Ermanno Olmi, la poetica della speranza

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In «Cantando dietro i paraventi» ha ampliato il suo messaggio di pace e di solidarietà

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In Ermanno Olmi (nella foto), regista, scrittore, operatore e montatore dei propri film, si premiano oggi, a Pescina, quelle qualità che privilegiandolo di per sé, lo avvicinano a Silone: solidarietà umana, cristianesimo evangelico, poetica ed estetica della sincerità, finalità educativa e morale dell'arte. Provati entrambi giovanissimi negli affetti familiari, spiriti indipendenti e ribelli, hanno appreso più dalla strada e dalla vita che dalla scuola: la militanza politica per Silone, il lavoro alla Edison per il giovanissimo Olmi dopo aver fatto il garzone in una panetteria che lo vede remunerato con un chilo di pane al giorno. «Mi piaceva fare il pane, c'era qualcosa di sacro in questo lavoro dove si celebra il primo fondamentale atto di vita» scrive il regista. Come non pensare a Silone, alla pienezza del valore cristiano e solidale che lo scrittore di Pescina riserva tanto a questo alimento quanto al vino nelle sue opere, da «Fontamara» al «Seme sotto la neve»; una religiosità molto vicina a quella che trapela nei film di Olmi, da «Il tempo si è fermato» alla «Leggenda del santo bevitore». Parchi di parole entrambi per il "peso" che esse hanno, preferiscono far parlare il linguaggio dei fatti; entrambi vogliono capire e far capire, attraverso i fatti, semplici, scabri, documentaristici, lenti, diretti, le diverse sfaccettature della realtà quotidiana che non è mai univoca, ma che sempre aspira ad un anelito di libertà e di fiaba; sia essa la realtà contemporanea solo apparentemente democratica, in realtà malata e corrotta, come quella in cui vive la Suor Severina di Silone, o la castellana di Olmi in «Lunga vita alla signora»; sia la realtà storicamente lontana nel tempo e offuscata dai luoghi comuni, come quella sofferta dal Celestino di Silone, tutt'altro che "vile", o come quella eroi-tragica e umana di Giovanni de' Medici del «Mestiere delle armi» di Olmi. Con l'ultimo film, il recentissimo «Cantando dietro i paraventi», Olmi amplia ancora di più la sua poetica stilistica confondendo i piani della narrazione, e dilatando la concezione di tempo, sospeso fra realtà e favola, e di spazio collegando oriente ed occidente; e confidando nella squisita femminilità, immutato e universale fa risuonare il suo bisogno e la sua estrema speranza di pace, di solidarietà, di tolleranza, di uguaglianza tra i popoli. *docente dell'Universitàdell'Aquila

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