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NAPOLI, un presepe, la vigilia di Natale. In casa del piccolo Rocco c'è anche un'altra vigilia, quella della nascita di un fratellino, tutti ne sono felici, lui no, perché ne è geloso in anticipo. Di questa gelosia profitta un Superdiavolo che, per impedire il Natale, manda sulla Terra tre diavolacci sciocchi con l'incarico di convincere Rocco a pronunciare una parola magica, Opopomoz, grazie alla quale potrà entrare nel presepe e lì fare in modo che la Vergine Maria non metta al mondo il Bambin Gesù. Naturalmente non accadrà e anche Rocco, convinto, festeggerà sia il Natale sia la nascita del fratellino. Una favoletta per bambini che Enzo d'Alò ha disegnato scrivendosi il testo insieme con Furio Scarpelli e con suo figlio Giacomo. Il clima è meno lirico di quello che aveva portato al successo «La gabbianella e il gatto», le vicende però del piccolo protagonista che, come Alice, entra in un'altra dimensione, hanno sempre freschezza e garbo. Da una parte il problema psicologico del bambino geloso, dall'altra la caricatura di quei diavolacci uno più beffato dell'altro con malizia. Mentre la regia, con segni e disegni a livello volutamente della prima infanzia, muove l'azione con furbizia all'interno di quel presepe che via via si anima, con Rocco ridotto alle sue stesse proporzioni. Le musiche, piacevoli anche quando ammiccano al dramma, sono di Pino Daniele, tra le voci si ascoltano quelle di Silvio Orlando, di Vincenzo Salemme, di Oreste Lionello, di Peppe Barra, di Fabio Volo e di John Turturro che parla in italo-napoletano. Un lusso sonoro. G. L. R.

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