Zingaretti interpreta padre Puglisi, il prete che credeva nei bambini
Ed è questa storia che Faenza vuole raccontare, la storia di un sacerdote di Palermo e di quei ragazzini che lui cercava di raccogliere dalla strada, per sottrarli alla mafia. Padre Puglisi ha il volto di Luca Zingaretti: «Un personaggio del genere - dice l'attore - è una grande avventura. Spero che questo film sia un contributo positivo a un personaggio poco conosciuto in vita e poco celebrato dopo la morte». Nella Palermo di Falcone e Borsellino Pino Puglisi era un prete «scomodo» proprio perché si limitava a fare il prete, ma non lo faceva nel chiuso di una sagrestia, bensì per strada: aveva fondato un centro di accoglienza, e nonostante le minacce, non era sceso a compromessi. Oggi i colpevoli della sua morte sono in carcere e per Puglisi è stata fatta istanza di beatificazione, ma a Faenza interessa parlare dell'uomo più che di mafia o delle polemiche su quello che fu allora il comportamento della Chiesa: «Ci sono due modi per raccontare una storia vera - dice il regista - attenersi alla cronaca o lasciarsi ispirare. Io ho scelto questa seconda via. Parlare di mafia mi sembra quasi una banalità». Questo prete, aggiunge Faenza, «credeva nella pedagogia come momento di ispirazione per la libertà, per insegnare ai bambini a camminare da soli. C'è una mancanza di fiducia nel bambini, che invece hanno una grande voglia di esprimersi. Il sogno di Puglisi era appunto dare loro fiducia, ed è quello che noi stiamo facendo». Sul set infatti si è creato un clima particolare con i bambini, come racconta Zingaretti: «Da buoni colleghi abbiamo diviso tante ore, ci siamo divertiti ma anche arrabbiati. Si è creato un rapporto affettivo, che sarà difficile interrompere. Dei film più di altri lasciano dentro qualcosa, abbiamo avvertito una grande spiritualità, che ci ha contagiato tutti». La pellicola, girata a Palermo, e interpretata anche da Alessia Goria e Corrado Fortuna, è all'ultima settimana di lavorazione, e sarà nelle sale il prossimo autunno. Il titolo, ancora provvisorio è: «Il colore dei sogni» . «Si ispira a una frase di Jung citata nel film - dice Faenza - "I sogni colorano il buio", ebbene ho cercato di fare un film così. Ho la sensazione che il sogno di Puglisi si sia interrotto. Siamo andati nelle strade di Palermo a intervistare questi ragazzi, sono venute fuori cose agghiaccianti: molti si sentono più protetti dalla mafia che dallo Stato. Oggi la mafia non ha bisogno di uccidere nessuno perché è tranquilla. Forse è un'illusione, ma mi auguro che questo film possa rimettere in moto le cose».