di GIAN LUIGI RONDI ALLA RICERCA DI NEMO, di Andrew Stanton e Lee Unkrich, lungometraggio ...
NEMO è un pesciolino rosso unico superstite di molti fratellini che un pescecane si è mangiato in un boccone, insieme con la loro mamma. Il padre, naturalmente, gli dedica tutte le sue premure più affettuose non riuscendo però ad impedirgli di evadere dalla protettiva Barriera Corallina dove è nato e di finire nell'Oceano dove un subacqueo, di professione dentista, lo acchiapperà per portarlo nell'acquario del suo studio. Mentre Nemo si dispera nella sua prigione, sognando di evadere insieme con altri pesci piccoli e grossi vittime del suo stesso destino, il padre, con la collaborazione di una pesciolina azzurra affetta da perdite di memoria, si dà a cercarlo nelle acque più profonde. Ora venendo a patti con terribili pescecani, ora aiutato, non solo dalla pesciolina azzurra, ma da un'infinità di abitanti dell'Oceano, non ultime delle buffe tartarughe che riusciranno a dargli le indicazioni giuste, anche se, non seguendole proprio alla lettera, finirà coinvolto in un branco di meduse quasi più pericolose degli squali. Ma alla fine, com'è chiaro, tutto si sistemerà: Nemo si troverà da solo una vita di fuga e un solerte pellicano riuscirà a mettere suo padre sulle sue tracce. Una favola per bambini, naturalmente. Con la novità che questa volta i consueti animaletti, anziché terrestri, sono tutti pesci mischiati ad altre varietà sottomarine. Il regista Andrew Stanton, coadiuvato da Lee Unkrich e da uno stuolo di 180 animatori, si è ingegnato a dominare questa novità, grazie e anche al digitale ora puntando sulle caratterizzazioni più buffe dei personaggi, portati, molti, fino alla caricatura antropomorfica, ora proponendo di sfondo un mondo sottomarino coloratissimo e sempre suggestivo, ora non risparmiando, tra pescecani e altri rischi, tutte le tensioni di un'avventura fabbricata per divertire ma anche per tenere i bambini con il fiato sospeso. Però senza spaventarli. Un merito in più.