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Nell'isola di Mozia il tempio del mistero

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La struttura è caratterizzato da un portale monumentale fiancheggiato da pilastri sormontati da capitelli di tipo cipriota, con un facciata larga 22 metri e l'interno suddiviso in navate da pilastri. Gli scavi nell'isoletta punico-fenicia sono condotti dalla soprintendenza ai beni culturali di Trapani e dall'università di Roma «La Sapienza». La scoperta è stata possibile grazie a saggi condotti con tecnologie d'avanguardia. Il santuario è stato denominato «Tempio C» ed è adiacente al lato lungo della grande vasca, detta Kothon, in uso dal VI al IV secolo a.C. E le finalità del progetto riguardano proprio lo studio e il restauro del bacino del Kothon, la grande vasca considerata una darsena, ma la cui precisa funzione ancora non è stata chiarita, e che contraddistinse le maggiori città fenice (inclusa Cartagine). Nel sito sono stati portati alla luce un pozzo sacro, diversi altari e installazioni per sacrifici ed un campo di offerte con numerosissimi resti di animali (in particolare corna di cervo), oggetti metallici semplici (chiodi, lingotti, placchette, grappe) e ceramiche anche di produzione siceliota e greca. Localizzata anche una «Porta Ovest», costruita in grandi blocchi squadrati e inserita nelle mura in modo particolare, per poter essere ben difesa. Sul lato ovest della porta, in ottimo stato di conservazione, c'è una fortezza addossata alle mura con i resti di una casermetta e le scale di accesso ai camminamenti sulle mura. È stata individuata anche una residenza patrizia sull'Acropoli, denominata «Casa del sacello domestico» per un importante ritrovamento al suo interno, rappresentato da una piccola area di culto familiare, nella quale è stato trovato un arredo in forma di colonnina sormontata a da un capitello eolico, chiaramente ad imitazione dei pilastri presenti nei maggiori santuari della città. La ricca abitazione ha restituito molti altri materiali preziosi, tra i quali un avorio, le braccia di una statua di culto in terracotta rivestita di foglia d'oro, un'arula, ma anche tre crateri a figure rosse di produzione siceliota che testimoniano l'alto lignaggio del suo proprietario.

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