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La sfortuna di essere ricchissimi

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ANCHE in Francia esiste un Lotto che, come da noi il Superenalotto, largisce settimanalmente premi milionari (in Euro). Ne vince uno dei più lauti un modesto impiegato, Aldo. Naturalmente è felice, ma la sua felicità è attenuata dal fatto che, avendo deciso di divorziare dalla moglie, sa di dover condividere con lei, per legge, la metà della vincita. Così non dice niente a nessuno e comincia una doppia vita, quella di tutti i giorni, fra ristrettezze e rinunce, e un'altra solo per lui, in ristoranti di lusso, con automobili di gran marca, in alberghi a cinque stelle. Con due complicazioni, però. La prima riguarda sua moglie che, da lui sempre più trascurata, accetta la corte del titolare della ditta, odiato da Aldo anche perché, appena arrivato, sta licenziando vari impiegati. La seconda coinvolge lui stesso, incapace di cambiare in fretta gli abiti eleganti appena acquistati quando deve tornare in famiglia, ingozzato dai doppi pranzi cui è costretto prima in casa poi fuori, pronto a sostituire, a seconda delle circostanze, la sua auto nuova con quella piuttosto malconcia in suo possesso da sempre. Arriverà però anche un lieto fine che, quasi senza bisogno dei soldi, rimetterà in sesto la vita coniugale di Aldo. Una commedia allegrotta. Scritta da due sceneggiatori abbastanza noti nel cinema francese, Michel Munz e Gérard Bitton, con l'occasione diventati anche registi. Schemi facili, piccoli equivoci, ma una interpretazione plausibile. Aldo è Jean-Pierre Darroussin, quasi una macchietta, Valeria Bruni-Tedeschi è la moglie. Con insistita serietà. G. L. R.

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