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Il regista Alex Infascelli: «Con i miei film combatto la misoginia»

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In questo periodo è impegnato nel montaggio della pellicola, uscita prevista per febbraio. Pronto invece il cortometraggio «L'ultimo giorno», nelle sale dal 5 dicembre abbinato al film «L'amore tradotto» di Sofia Coppola. Alex Infascelli, 36enne regista romano della nuova generazione, torna dopo il successo di «Almost blue», esordio premiato con Davide di Donatello, Ciak d'Oro e Nastro D'Argento, proprio per aver rappresentato un elemento di grande novità nel panorama cinematografico italiano. Infascelli, ha definito il suo ultimo film un giallo-noir con una narrazione al femminile. «Penso di essere uno dei pochi registi italiani che raccontano le donne, proprio perchè il nostro è un cinema misogino. Paradossalmente, quello della mia generazione. Nel film colgo tre aspetti della femminilità moderna, incarnati dalle tre attrici». La trama si snoda intorno alla misteriosa scomparsa di noti personaggi dello spettacolo. Una delle protagoniste è una conduttrice televisiva. Quali differenze ci sono con la sua opera prima? «L'impianto è più realista e barocco, meno minimalista. E poi essendo un film che parla di televisione mi sono ispirato ai grandi sceneggiati degli anni '70, al realismo di quei racconti. Abbiamo girato anche nello studio di un attuale e famoso talk show, facendo delle modifiche per renderlo irriconoscibile». Le altre location? «Pochi esterni in giro per Roma, il resto sotto terra, nelle fogne dell'Eur, dove abbiamo ricostruito anche alcune scenografie per non perdere le condizioni ambientali». Dopo Carlo Lucarelli ha scelto una storia di Niccolò Ammaniti, una sceneggiatura originale scritta appositamente per lei. Soddisfatto? «Per circa dieci giorni abbiamo discusso ogni minimo particolare. Niccolò ha poi scritto la storia con Antonio Manzini, mentre io mi limitavo a qualche suggerimento. Prima di arrivare sul set ci sono state quattro stesure. Il risultato lo valuterà il pubblico». Ci parli del corto «Ultimo giorno», dove peraltro lei è anche il protagonista. «Dopo una piccola parte in "Paz" mi divertiva l'idea di intepretare la figura di Roberto. L'approccio è quello del video clip, magari un po' sperimentale. Parlo del mio mondo, con autoironia, forse un piccolo scorcio della vita di coppia che sto vivendo. Chissa».

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