di ANNALAURA FUMO SICURAMENTE caldo.

Un po' western, un po' indiano. In Messico e in Perù lo adorano. La moda lo ha esportato anche in Europa. Il poncho si presenta in mille maniere: colorato, a due colori, a tinta unita. Corto o lungo. Elegante o casual. Ricamato, disegnato o estremamente semplice. In compagnia di gonne e pantaloni possiede la medesima disinvoltura. Più frivolo di un cappotto, può sostituire la classica mantella. Da utilizzare a qualsiasi età. Spiritoso e sempre comodo, calza perfettamente alla ragazzina giovane e pimpante. La donna manager e già affermata lo preferisce senza fiocchetti, fettucce, frange, pon pon e fronzoli. Il poncho copre braccia e spalle e si adatta ai colori scuri dell'inverno. Principalmente il nero e il grigio. Giocando d'azzardo si può metterlo anche sul tailleur o sull'abito da sera. È amatissimo dalle persone che temono il freddo. Avvolgente, conferisce un forte senso di protezione. Non solo dal clima rigido. Quasi sempre in lana, Burberry ha preferito unirla in matrimonio con il cashmere. Le sue tonalità sono quelle classiche. Diverso, e coraggioso quello in tweed. Timberland, una label decisamente trendy e giovanile, ha optato per un poncho più country, con lunghe frange e molto pesante. Se plastificato diventa la classica giacca contro la pioggia. Più adatto alle donne, non spiace agli uomini. Un giovanissimo Clint Eastwood è stato uno dei primi ad apprezzarlo. Indimenticabile il suo poncho nella trilogia western di Sergio Leone, il regista italiano che ha cambiato il destino dell'anonimo ragazzo. Grazie a lui, Eastwood da interprete pressoché sconosciuto, viene consacrato al ruolo di star. La leggenda racconta che per scaramanzia, l'attore americano abbia atteso la fine delle riprese per lavare il suo poncho portafortuna. Neri i poncho indossati da Zorro. Sul set, in passerella o nella vita vera. Il poncho resta un capo intramontabile. Sempre meglio averlo a disposizione nel guardaroba.