C'È UN OSSESSIVO, quasi cerusico interesse, in arte come in letteratura, per l'interno del corpo, le visceri, in particolare.
E l'arte ritorna ai temi escrementizi, che riportano subito alla mente la provocazione d'antan di Piero Manzoni. Michelangelo Pistoletto ha appena esposto a Firenze le sue «Superfici specchianti», tra le quali una «Donna che fa la cacca», di spalle, asettica, accucciata com'è in una stanza quasi vuota. Vittorio Sgarbi ha da poco dato il suo placet alla «cloaca turbo», simulacro di un intestino umano messo in mostra al Museo Luigi Pecci di Prato dal belga Wim Delvoye. Altri si sono peggio ancora esercitati sul tema: come l'inglese Chris Ofili che ha tirato fuori dal cilindro un blasfemo sterco di vacca, usandolo per immagini sacre. Mal di pancia collettivi, frutto di cattive digestioni. Questo mondo proprio non va, meglio ritrarsi in sé. Peccato che non sia nella mente ma nel ventre. (L. L.)