Ferrè: «L'Alta Moda non serve più, è anacronistica»

Di questa possibilità si era parlato anche recentemente, dopo il passaggio della griffe sotto il controllo del gruppo It Holding. Ma l'architetto e stilista, nei giorni scorsi a un incontro organizzato dal Centre Culturel Francais di Milano, ha spiegato che nei suoi programmi non c'è l'alta moda, intesa nel senso di quella haute couture di capi tagliati e cuciti («in realtà solo imbastiti - ha spiegato - per poter essere rimodellati sulla cliente subito dopo la sfilata») in un unico esemplare. L'incontro con Ferrè, nell'ambito dei lunedì degli amici milanesi del centro diretto da Jean-Paul Ollivier, è servito naturalmente anche a rievocare gli anni di Dior. Quando, nel 1989, «l'architetto della moda» assunse la direzione artistica della più prestigiosa maison parigina, ad aiutarlo furono la sua fama ma anche il suo cognome: Ferrè, gran lombardo di Legnano, ieri ha scherzato su questo particolare, ricordando che fu Pierre Bergè, allora alla guida di Saint Laurent, a dirgli, durante un ricevimento all'Eliseo, «lei è fortunato perchè il suo nome sembra francese». L'approccio con Dior comunque non fu semplice: «All'inizio - ha ricordato con franchezza l'architetto - il lavoro fu piuttosto difficile perchè ai francesi non riesce facile accogliere chi non lo è, soprattutto quando viene messo alla guida di una loro istituzione della moda come la maison Dior». Ferrè aveva avuto da Bernard Arnault, patron del gruppo Lvmh, il compito di ridare smalto alla griffe, di riportarla in auge senza stravolgerla. L'incarico destò scalpore: un italiano chiamato a rilanciare un mito francese! Ferrè dovette applicarsi a rimettere in sesto l'atelier, a coordinare e uniformare il lavoro sartoriale controllandone la perfezione, valorizzando le professionalità. «Un lavoro assiduo che svolsi - ha raccontato - grazie anche ai miei collaboratori. Li imposi nella maison, all'inizio con difficoltà. Avere uno staff qualificato e fidato mi consentì di dividere la settimana in due, tra Milano e Parigi». La prima collezione Christian Dior firmata Ferrè sfilò il 22 luglio 1989: fu un enorme successo che gli valse subito il premio «dè d'or» come miglior couturier della stagione. Con la direzione artistica di Ferrè, Christian Dior arrivò a vendere oltre 300 tailleur di haute couture in una sola stagione, cifra altissima per quella moda esclusiva. L'avventura parigina è durata ben 8 anni, Ferrè l'ha ricordata volentieri, ma senza enfasi e nostalgia «perchè la moda di oggi non è quella, ma questa» ha detto indicando prima lo schermo dove sfilava la collezione 1989, poi quello con la sua ultima sfilata dell'ottobre scorso: «Svolsi il compito che mi era stato affidato e che poi ha consentito ad altri di continuare ad affermare, con stili diversi, il prestigio di quella griffe».