«Signorile e curioso dei giovani letterati»
Luciano De Crescenzo spiega che prima di iniziare a scrivere ha letto molto e «tra i tanti libri letti ricordo sempre quelli di Prisco». Numerosi i commenti che sono giunti dal mondo politico: «Napoli perde un vero scrittore - afferma Antonio Bassolino, presidente della Regione Campania - Uno scrittore grande, la cui ricchissima e prolifica vena letteraria aveva nascosto l'età, quei suoi 83 anni, coltivati con signorilità e pacifico portamento». Per Bassolino «Prisco è stato il narratore di una Napoli ben più estesa della sua cartolina plebea o intellettuale, ha raccontato la Napoli di una borghesia che soffre il tramonto inesorabile della sua dignità». Antonio Spinosa ricorda la sua maestria di autore: «Aveva una grande capacità di migliorare in ogni romanzo, non soltanto dal punto di vista della scrittura ma anche dell'intreccio della vicenda. Il rimpianto - aggiunge - non riguarda solo la sua scomparsa ma anche il silenzio che intorno a lui si era addensato per la condannabile indifferenza dei critici». «Prisco ha raccontato la nostra terra, il nostro Sud - ha detto invece il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino - soprattutto attraverso l'intensità interiore di personaggi straordinari». E cordoglio è stato espresso anche dal primo cittadino di Torre Annunziata, Michele Cucolo, dove Prisco nacque 83 anni fa. Laureato giovanissimo in giurisprudenza avrebbe dovuto fare, secondo la tradizione di famiglia, la professione forense ma vi rinunciò ben presto per raccontare la sua Napoli. Diego De Silva, uno degli intellettuali e scrittori emergenti campani, lo ricorda così: «Ho subito notato la grande dolcezza e la curiosità che aveva nel confrontarsi anche con i nuovi scrittori e poeti». Il giornalista e scrittore Vittorio Paliotti: «Bastava scambiare con lui solo poche battute per rendersi conto di trovarsi di fronte ad un signore». Anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, ha commemorato Prisco mentre ieri, al Foro Italico, consegnava il Premio per opere letterarie dedicate allo sport. Letta ha ricordato che Prisco aveva vinto il primo premio per il racconto sportivo nel 1992 con «Una carriera spezzata»: «Rammento bene - ha detto Letta - la sua modestia quando è venuto a ritirare il riconoscimento».