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Ma non basta rifiutare l'ateismo

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Colpisce perché Antiseri pone in termini perentori la questione della credenza in Dio e nel messaggio cristiano della salvezza. Egli, senza mezzi termini, ripresenta la tesi che la metafisica, come esito del pensiero forte, è più di danno alla fede, che non di aiuto. Lungi dal costruire una premessa (praeambula fidei) per la scelta di fede ne è in sostanza un impedimento. L'argomentazione svolta da Antiseri mi pare duplice. Da una parte egli afferma che molte filosofie immanentistiche (positivismo, idealismo, marxismo...) negatrici del messaggio cristiano sono per l'appunto prodotti della ragione forte che avanza la pretesa di cogliere il fondamento del tutto nella realtà immanente. Dall'altra egli afferma con forza che il messaggio cristiano non può essere comunque comunicato all'uomo attraverso alcun medio di tipo metafisico. (...). Innanzitutto condivido il fatto che molti atteggiamenti contrari alla fede sono il risultato di pretese concezioni totalizzanti da parte della ragione. Anche in questo caso, però, la situazione è piuttosto complessa. Che cosa significa che questi atteggiamenti sono il risultato di pretese concezioni totalizzanti da parte della ragione? A mio avviso se ne possono dare due interpretazioni diverse. Può voler dire che le filosofie immanentistiche sono false perché la ragione nella sua funzione conoscitiva metafisica (vale a dire concernente l'intero) ha errato oppure perché la ragione non è legittimata a proporre visioni metafisiche del mondo proprio a motivo dei suoi limiti conoscitivi. Ora le conclusioni nei confronti della ragione metafisica a cui si può arrivare nel contesto della prima interpretazione sono diverse da quelle che seguono nell'altro contesto. Infatti nel primo caso il rifiuto di una metafisica immanentistica non può comportare un rifiuto consequenziale della ragione metafisica. Per così dire, se si butta via l'acqua sporca, non si è obbligati a buttar via il bambino, anzi questo lo si deve trattenere.

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