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Il gioiello di famiglia prende il nome degli dei e fa tendenza

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La collana decò, con perle barocche vere che la bisnonna lascia in eredità alla prima femmina della famiglia che, a sua volta la destina alla sua bambina e via di generazione in generazione, fa tendenza. Oggetti preziosi non solo per la tradizione ma anche per l'anima di una famiglia. Ma non tutti ce l'hanno in cassaforte. Marzio Forcella, giovane designer sulla cresta dell'onda, ha avuto un'idea geniale. Oltre che disegnare personalmente e far sempre realizzare artigianalmente (i suoi gioielli sono tutti pezzi unici) le sue collezioni, ha preso il posto nelle abitudini delle dame italiane bene, del vecchio gioielliere di famiglia, quello che una volta faceva i preziosi su misura e non disdegnava, al bisogno, anche di ripararli. Appassionato di mitologia, questo singolare designer, nato a Pescara da nobile famiglia, ha dato al suo marchio il nome di «Amaltea» ([email protected].) la capretta che nutrì a Creta il neonato Zeus col sacro latte che donava immortalità ed eterna giovinezza. «E non solo» dice Forcella che incontriamo da Menechini a Piazza di Spagna, che ha l'esclusiva della sua collezione «da un corno di Amaltea nacque la benefica leggenda della cornucopia con il suo messaggio di abbondanza e ricchezza». Ormai a Roma la tendenza è farsi fare un «gioiello di famiglia» su misura creato da Forcella, capace di scegliere le pietre preziose dello stesso colore degli occhi della committente e creare monili esclusivi che si riferiscano alla tradizione della sua famiglia. «Costruire il prezioso sulla persona - spiega l'artista - questa io la chiamo la cultura del gioiello, cultura che oggi si va perdendo. Saper abbinare un monile prezioso al tipo di abito che si indossa, ai suoi colori e addirittura all'ora della giornata, è una virtù coltivata dalle signore dei tempi andati e che adesso, con la mania della fusion, in tutti i campi, si è perduta». «Non bisogna dimenticare - dice ancora il gioielliere - che un gioiello non è mai un accessorio di moda, è un oggetto a se stante, che splende eterno e deve resistere a tutti i cambiamenti, anche ai più traumatici, del costume. Per fortuna lo splendore dei gioielli Amaltea non è traumatico rispetto alla qualità. Si va da un minimo di 1.000 euro ad un massimo di 15.000 e più. Dipende, oltre che dal portafoglio, anche... dal colore degli occhi della cliente: se li ha acquamarina, si va in su... Ma esistono altre pietre, del colore del mare, più accessibili». Marzio Forcella pretende dalle sue committenti un solo comun denominatore, capace di rendere signore di diverso ceto, uguali agli occhi di chi le ammira: buon gusto e portamento.

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