Spie e intrighi, giudica la Storia
La guerra civile in Spagna nell'ottica pacifista alla George Orwell«Non bisognerebbe raccontare mai niente né dare dati né tirare in ballo storie né fare in modo che la gente ricordi persone già in salvo nell'orbo obl&igr
E invece non è così, Marìas, seguendo con fedeltà il suo credo di romanziere, trascina il lettore nel labirinto di una vicenda che non soltanto si prolunga e tutto e tutti coinvolge, ma lascia la strada aperta per un seguito, o più di uno, sì da non legittimare minimamente quella premessa. Il che non significa affatto che un avvio così fortemente dialettico e all'apparenza contraddittorio, non possegga una sua suggestione segreta, che lo scrittore spagnolo riesce a pilotare con abile perizia. Via al tempo, allora, e spazio ai fatti di cui è protagonista — si potrebbe dire responsabile — un soggetto dai molti nomi e dalla cangiante natura, ora Jaime ora Jacobo, e poi Jacques e Jack o Yago Deza in virtù di una vocazione un po' maniacale a riconoscere le persone attraverso la convinzione che non esistano, e invece posseggono una loro legittimità all'esistenza: «Come posso non conoscere oggi il tuo volto domani, quello che già esiste o trama sotto la faccia che mostri?», si chiede il responsabile del referto, rifacendo un po' il verso a Shakespeare? Ed ecco allora che nel fragile spazio di un week-end il protagonista dalle molte identità torna in Inghilterra dove già era vissuto, per dividersi dalla moglie dalla quale si sta separando, e una sera si concede il lusso di una ricca cena da Sir Peter Wheeler (un personaggio già presente in un altro romanzo di Marìas, «Tutte le anime»...), e via via svela a se stesso, attraverso la ricchezza dei racconti che ascolta, qualcosa che può sembrare fin troppo scontato, la crudeltà dell'animo umano e la sua incoercibile vocazione al tradimento. Spuntano fuori, naturalmente, i servizi segreti che hanno visto protagonisti i due interlocutori, e nello stesso momento in cui circola la riflessione, scatta anche il verdetto della memoria, e allora i ricordi si infoltiscono, scendono come cicloni nella coscienza, aiutano molto nella definizione certo pessimistica dell'animo umano e dell'umano agire sul pianeta, spettatore inerte di tante tragedie: la guerra civile spagnola, nella quale interviene anche una figura-cult come quella di George Orwell, che certo contribuisce al gioco a carte scoperte delle tragedie dall'una come dall'altra parte, a dimostrazione e verifica dell'assurdità delle guerre in quanto tali. Tremenda la vicenda di Andrés Nin, nella voragine delle lotte intestine fra repubblicani, assassinato e torturato dagli uomini di Mosca (ricordate «Terra e libertà», il terribile film di Ken Loach su questa tragedia?), con tanto di risposta da parte dei vincitori che si esibiscono in massacri, epurazioni finali, insomma pulsioni torbide e laceranti che non risparmiano nulla e nessuno. Spuntano spie e delatori a non finire, e nel caos totale ecco emergere la figura losca di Rosa Klebb, che qualcuno ricorderà perfida spia sovietica nel romanzo di Jan Fleming «Dalla Russia con amore», diventato poi il film di cassetta. Da parte inglese c'è un circospetto silenzio attorno a queste imprese, per non fornire alibi ai nazisti, e Marìas affonda il dito nella piaga della doppiezza, non risparmia nessuno, neppure una donna bellissima e accattivante, Pérez Nuix, capace di far dimenticare moglie e figli al pur saggio protagonista. Procedendo racconto su racconto — non l'uno avulso dall'altro, bensì saldati da grand