di GIAN LUIGI RONDI IL FUGGIASCO, di Andrea Manni, con Daniele Liotti, Alessandro Benvenuti, ...

UNA terribile storia vera. Raccontata da chi l'ha patita per quasi vent'anni, Massimo Carlotto, oggi scrittore apprezzato. Nel '76 Carlotto studiava a Padova. Una sera aveva sentito le grida di una donna. Subito accorso, si era trovato di fronte a un cadavere lordo di sangue. Convinto da un avvocato, era andato in Questura per una denuncia, invece era stato incriminato. Da qui una serie di procedimenti giudiziari, tutti, salvo uno, conclusi con l'asserzione della sua colpevolezza. Vari anni di carcere, perciò, e a un certo momento, profittando di una temporanea sospensione della pena, la fuga all'estero, prima a Parigi, poi a Barcellona, quindi in Messico, dove, tradito, si vedeva rimpatriato, con un conseguente immediato ritorno in carcere e nuove ingiuste condanne. Fino alla grazia, concessa dal Presidente Scalfaro anche in seguito a numerose petizioni a livello internazionale. Un calvario doloroso che a Carlotto, finalmente restituito alla libertà, ha consentito di scrivere un romanzo, «Il fuggiasco, appunto, che ha poi sceneggiato per il film di oggi insieme con Andrea Manni che ne è il regista. Pagine ansiose, non solo quelle che enunciano le angoscianti conclusioni negative dei vari processi, ma tutte quelle che seguono il disperato protagonista nella sua fuga, ora assistito e protetto, ora, come in Messico, ingannato e frodato. Con un avvocato generoso che gli si dedica con dedizione totale, con i genitori e la fidanzata che affrontano viaggi rischiosi per andare a trovarlo. Con la ragazza, a un certo momento, così distrutta da preferire abbandonarlo. Ritmi sostenuti, situazioni laceranti, immagini sempre forti unicamente con qualche indulgenza un po' turistica per certe località dove l'azione si colloca. Al centro, come Carlotto, Daniele Liotti, teso, sconvolto, risentito. L'avvocato è Alessandro Benvenuti, con umanissimi accenti.