Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

di GABRIELE SIMONGINI «INVENTAMMO il nome "Der Blaue Reiter" (Il Cavaliere Azzurro) bevendo ...

default_image

  • a
  • a
  • a

entrambi amavamo l'azzurro, Marc i cavalli, io i cavalieri». Così nacque, a sentire Kandinsky, il sodalizio del «Cavaliere Azzurro», fra 1911 e 1912, cui ora la Fondazione Mazzotta di Milano dedica una fondamentale mostra appunto intitolata, «Il Cavaliere Azzurro. Der Blaue Reiter. Kandinsky, Marc e i loro amici». La mostra, aperta sino al 20 gennaio è a cura di Magdalena M. Moeller e Tulliola Sparagni). È la prima volta che in Italia viene presentata una rassegna tanto completa su questo movimento così anticonformista che rinnovò l'arte del proprio tempo. Sono infatti esposte centoventi opere fra dipinti, acquerelli, disegni e grafiche di Wassily Kandinsky, Franz Marc, Robert Delaunay, Paul Klee, Ernst Ludwig Kirchner, Erich Heckel, Alexej von Jawlensky, Gabriele Munter, Alfred Kubin, August Macke, Henri Rousseau, Pablo Picasso, solo per citare alcuni degli artisti che presero parte alle iniziative espositive ed editoriali del Cavaliere Azzurro. Le anime del sodalizio furono senza dubbio Kandinsky e Marc, i due artisti e redattori dell'Almanacco del Blaue Reiter, pubblicazione fondamentale per capire lo spirito del movimento. Centro ideale del Blaue Reiter era la funzione espressiva e spirituale del colore che doveva sostituire la rappresentazione dell'oggetto, in stretta relazione con la musica e con il suono interiore. Una delle caratteristiche principali del Cavaliere Azzurro era poi quella di non scegliere una tendenza stilistica dominante ma di dare spazio alle correnti più moderne, a quelle che Kandinsky stesso definì come "grande astrazione" (nei suoi rapporti di scambio con la musica) e "grande realismo" (il cui punto di partenza era nell'arte popolare e primitiva). Ne venne fuori una ricerca spiritualistica e antinaturalistica dal forte impatto creativo. Fra le opere in mostra spiccano i quadri di Kandinsky del 1912 e 1913, gli immaginifici animali dipinti da Franz Marc e gli acquerelli tunisini di August Macke.

Dai blog