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Barolo o Chianti? Dimmi che vino bevi e ti dirò chi sei

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Quest'anno infatti la manifestazione, che dura fino a mercoledì ed è riservata ai professionisti del settore, apre per un giorno — domani — anche agli eno-appassionati. Che potranno confrontarsi con i migliori prodotti che si trovano sul mercato, gustare affinità ed emozioni che solo grandi bottiglie sanno dare ma anche scoprire come scegliere un vino possa anche diventare una spia di quello che siamo nella vita di tutti i giorni. Parola dello psichiatra Paolo Crepet che ha elaborato un vero e proprio identikit basato sulle nostre scelte e che domani alle 14,30 sarà nello stand dell'Enoteca del Piemonte per il convegno «Dimmi cosa bevi e ti dirò chi sei» con Alessia Fabiani e il sottosegretario alle politiche agricole e forestali Delfino. A loro proporrà una scelta fra tre o quattro vini e poi traccerà un loro profilo. Qualche esempio degli identikit? Chi sceglie i Barolo e i Chianti, secondo Crepet, è un «conservatore» «che cerca rassicurazione in ciò che ha sempre avuto. Non si lascia suggestionare da vini innovativi e opta per produzioni classiche». Il «raffinato» invece ama il pinot nero, il nebbiolo, il cabernet, il Nero d'Avola, perché «è una persona capace di socializzare ed esprime piacevolezza e senso estetico». L'«esagerato» ama invece vini come il Sassicaia, il Brunello, il Tignanello, è una persona «che ha l'io ipertrofico ed è fisicamente e sessualmente esuberante. Sceglie i vini rossi corposi e strutturati, di sicuro effetto, e si eccita quando sente le parole "armonioso" e "persistente"». Chi ama il Muller Thurgau e il Gewurztraminer è invece un «esibizionista, che ostenta un finto conoscere, giocando sull'ignoranza degli altri». Al salone, che verrà inaugurato dal ministro per le politiche agricole e forestali Gianni Alemanno, saranno presenti anche tutte le enoteche regionali, nate proprio con il compito di valorizzare i migliori vini che rappresentano il territorio. Ma non tutti possono essere ammessi: per entrare bisogna superare una degustazione «alla cieca» e raggiungere un minimo di 80 centesimi. L'enoteca del Piemonte, una delle più famose, ha ad esempio 8 docg e 46 doc, e al salone del Vino ha organizzato nei propri stand 6 convegni e 11 degustazioni a tema, tra cui anche una intrigante «Nebbioli versus Nero d'Avola». «Il vino — spiega il presidente Pier Domenico Garrone — è sempre più un prodotto-cultura giovane e dinamico, che si adatta ai nuovi mezzi di comunicazione. Per questo noi proponiamo il Wine club, attraverso il quale si può conoscere il volto del produttore, l'etichetta e il prezzo franco dell'enoteca regionale». Perché, per chi non lo sapesse, le Enoteche regionali sono anche luoghi dove poter acquistare prodotti d'eccellenza a buon prezzo: i vini vengono infatti acquistati dai produttori e poi rivenduti con un ricarico massimo del 30 per cento. Ma il Salone del Vino sarà anche l'occasione di conoscere due nuove guide che saranno presentate negli stand del Lingotto: quella degli spumanti del Gambero Rosso e quella «Duemila vini» dell'Ais, Bibenda editore.

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