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di FABRIZIO FINAMORE È indubbiamente una delle giovani di maggior talento che la nostra ...

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I numerosi riconoscimenti ottenuti, la vittoria a Sanremo nel 2001 e il successo riscosso con la splendida interpretazione del brano che fu di Mia Martini «Almeno tu nell'universo» all'interno della colonna sonora del film «Ricordati di me» di Muccino, hanno solo accresciuto la popolarità di questa giovane interprete, autrice, musicista che non a caso è già da tempo apprezzata dagli addetti ai lavori. Stiamo parlando di Elisa (nella foto), la venticinquenne di Monfalcone che in questi giorni torna sulle scene con un nuovo album dal titolo «Lotus». Si tratta di un disco che contiene un po' di tutto: nuovi brani come il singolo «Broken» uscito lo corso ottobre, ma anche successi del passato rivisitati come «Sleeping in your hand» o «Luce (tramonti a nord est)» con cui vinse Sanremo. Non mancano poi le cover come «Sitting on the dock of the bay» di Otis Redding, «Redemption song» di Bob Marley, ma anche «Femme fatale» di Lou reed, la già citata «Almeno tu nell'universo» fino all'«Hallelujah» di Leonard Coehn in un omaggio all'esecuzione fatta da Jeff Buckley. «È un disco che non è ben definibile - ha ammesso la stessa Elisa - diciamo che è un po' una raccolta di brani nuovi e vecchi che sono stati eseguiti o completamente rivisitati in chiave acustica». Lei ha dichiarato che esistono due Elisa, una più energica e l'altra più intimista: quest'ultima sembra essere quella che emerge di più in questo disco. «È vero, anche se più che riferirli a me questi due aggettivi li riferirei al mio modo di fare musica, alle mie canzoni. In quest'album, infatti, ho fatto una cernita dei brani più intimisti, nel prossimo invece, ci sarà spazio per quelli, diciamo così, più energici». Lo stesso criterio vale anche per le cover scelte per quest'album? «Sì, si tratta di canzoni cui sono molto legata e che oltretutto ben si inserivano nell'atmosfera di "Lotus", a cominciare dalla sua versione di "Almeno tu nell'universo" nata durante un concerto estivo quando un blackout zittì tutti gli strumenti lasciando solo la mia voce e quella del pubblico, fu un successo. Da allora decidemmo di riproporla in questa versione che è solo apparentemente spoglia». Musicalmente comunque tutto l'album ha una veste per così dire essenziale. «È vero tutti gli arrangiamenti sono stati particolarmente studiati in modo da non risultare eccessivi. Alla fine comunque è venuto fuori il disco che volevo, anche per questo sono contenta di averlo prodotto in prima persona». Ora la spetta il suo primo tour teatrale che il 24 febbraio la porterà anche all'Auditorium di Roma. «Sì, a Roma vengo sempre molto volentieri. Il tour comunque partirà il 1 dicembre da Udine. Esibirmi nei teatri sarà bello, anche perché è una scelta che favorisce molto la qualità del suono».

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