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di PAOLO ZAPPITELLI SONO il made in italy per eccellenza, quello che all'estero tutti ...

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Ai bar il Gambero Rosso ha dedicato, per il terzo anno consecutivo, una Guida: una selezione di indirizzi in tutta Italia, circa un migliaio, dove poter gustare il caffè più buono. Ma anche dove sedersi per poter prendere un aperitivo — altro fenomeno tipicamente italiano poi copiato in tutto il mondo — gustare una cioccolata, assaggiare dolci o «sfiziarsi» con specialità salate. E allora eccoli i migliori 14 bar della penisola, tutti insigniti di tre chicchi e tre tazzine, a significare l'eccellenza nella qualità del caffé e nella presentazione dei prodotti. Fra questi una giuria (della quale faceva parte anche Gianfranco Vissani) ha scelto il migliore: il «Caffé Converso» che non si trova a Napoli ma in Piemonte, a Bra, in provincia di Cuneo. Le specialità non sono solo un eccellente caffé ma anche l'aperitivo — una rivisitazione langarola del Kir: brachetto più spumante italiano — il panettone al Moscato, i braidesi al cioccolato, i gianduiotti, i marron glaces. «Il bar è un profondo patrimonio italiano — spiega il patron del Gambero Rosso Stefano Bonilli — è il posto dove tutti andiamo, un rito abitudinario. Si può rinunciare ad andare al ristorante o in pizzeria ma nessuno rinuncia al caffé». Spicca, in negativo, la mancanza di locali della capitale fra quelli al top. Per trovare i primi bisogna scendere un gradino sotto l'eccellenza: il bar dell'Hotel d'Inghilterra, Faggiani, Le Grand bar del St. Regis grand, Pannocchi. E non è un caso che Stefano Bonilli, presentando l'iniziativa abbia definito Roma «l'università di tutto quello che si può fare per rovinare un caffé». La guida (264 pagine, 926 indirizzi) è venduta insieme alla più voluminosa «Viaggiarbene del Gambero Rosso 2004» e a un piccolo atlante stradale (in libreria 16,50 euro). Entrambi strumenti, come recita, il sottotitolo, «per turisti curiosi e golosi». Dentro infatti non ci sono solo alberghi, locande, agriturismi di ogni tipo,sparsi per tutta l'Italia, ma anche una serie di suggerimenti su dove mangiar bene. Così nella Guida ci sono 3497 indirizzi di hotel e ben 2000 ristoranti e trattorie. Il tutto raccontato con brevi schede che spiegano quel che c'è da vedere nella città o nei dintorni, la particolarità dell'albergo e del luogo che si sceglie per andare a pranzo o a cena. I migliori indirizzi degli hotel sono contraddistinti da una, due o tre chiavi a seconda del grado di confort offerto e in relazione alla categoria di appartenenza. Un riconoscimento particolare, le tre chiavi d'oro, è riservato agli hotel che rappresentano l'eccellenza dell'ospitalità, hotel di grandissimo prestigio ma anche dai prezzi stellari. Accanto a questi una selezione di altri trenta alberghi che hanno vinto l'oscar qualità/prezzo. In entrambi i casi, così come è successo per i bar, nessuna citazione per Roma. Dalla casa editrice Vallecchi arriva invece una Guida sui generis, quella per non sprecare il pane avanzato: «Buono come il pane», 50 ricette in 65 pagine (4,50 euro).

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