Tony Renis: «Sarò il Trap dei cantanti»
Nella sua prima uscita ufficiale da direttore artistico al Casinò della città ligure, Tony Renis parla della prossima edizione del Festival con orgoglio e passione. «Per la prima volta per tutte e cinque le serate saranno ascoltate tutte le canzoni in gara. Perchè so bene cosa vuol dire l'umiliazione di uscire dopo una sola serata già eliminati. Io non manderò a casa nessuno. Ogni canzone in gara avrà cinque ascolti, anche nella quarta serata della festa di Sanremo». E niente giurie "di qualità". Decideranno solo televoto e sms, anche per conquistare il pubblico giovane. Particolare attenzione alla penultima serata, quella riservata ai "greatest hits". «Deve essere una grande festa della canzone popolare italiana. Sono rimasto scioccato quando ho visto quanti successi Sanremo ha portato nel mondo. La quarta serata sarà un omaggio a questa storia: sceglierò il meglio, 40-50 canzoni interpretate da 30-40 cantanti, dipende dal budget che mi metterà a disposizione la Rai». «Il Festival di Sanremo - ha proseguito l'artista - sarà della musica non degli interpreti, come avveniva un tempo quando si diceva "ha vinto Volare". Servirà a far tornare famose le nostre canzoni nel mondo». Magari sperando in un ripensamento della Fimi, l'organizzazione dei discografici che ha deciso di disertare il Festival targato Renis. Che, però, ha già fatto sapere che per quest'annon di Sanremo non vuole nemmeno sentire parlare. Intanto è stato deciso di vietare le partecipazioni dei cantanti in gara (la scelta dei 12 avverrà entro il 20 gennaio) agli altri programmi, addirittura dal 23 febbraio, quando i partecipanti non potranno presentarsi come ospiti in altre trasmissioni. Poi l'altra rivoluzione, gli stranieri in gara. «Siamo in Europa. Può accadere che un grande artista straniero, capace di interpretare una nostra canzone, voglia venire in gara. Purchè canti in italiano corrente e piacevole. Preferirei però la possibilità di un duetto di un cantante straniero e un italiano». Poi una promessa. «Cinque serate sono tante, si devono fare per il contratto che la Rai ha con il Comune ma le serate giuste sono tre. Anzi, si potrebbe fare anche una sola serata, grande e storica». C'è anche spazio per una battuta: «Se canterò la serata di venerdì? Mai dire mai, anche se da anni per mia scelta non mi esibisco. A meno che... non presentiio il Festival». Boutade a parte, nessuna schiarita per il conduttore. «La staffetta è un'ipotesi interessante ma non praticabile - dice Fabrizio Del Noce, direttore di Raiuno - Abbiamo ipotesi consolidate su cui stiamo lavorando. Per quel che riguarda la possibilità di un conduttore Mediaset, in astratto non c'è niente in contrario ma non ci sono trattative concrete. Il Controfestival organizzato da Nando Dalla Chiesa? Le polemiche fanno bene a Sanremo». Renis ricorda poi come è arrivato alla direzione artistica del Festival: «Si sono scritte tante cose ma se c'è un "colpevole" di questo incarico è Gianmarco Mazzi, consulente musicale di Cattaneo, mio vecchio amico e portavoce della Nazionale cantanti, che non mi ha dato tregua». «Quando gli ho fatto la proposta - conferma Mazzi - Tony è rimasto in silenzio per 15 secondi, poi mi ha detto: "neanche morto"». E sulle sue "amicizie disinvolte"? Rispondendo alla "iena" Enrico Lucci Renis ha puntualizzato: «Non mi aspettavo strumentalizzazioni su fatti per i quali è stata ampaimente accertata la mia estraneità. Caro Lucci, non è questa la sede per parlare di questi argomenti». E a chi ha qualche sospetto anche sulle selezioni, il direttore artistico replica. «Ho molti amici, Mogol, Celentano, il Clan. Ma io sarò implacabile con chiunque, voglio solo bella musica. Mi auguro solo di avere in gara una canzone di Mogol». Il quale Mogol, comunque, aiuterà il neo direttore artistico nella scelta, tra 24 pretendenti (per regolamento non potranno partecipare artisti con età inferiore ai 16 anni, onde evitare un altro caso Alina), dei 12 motivi in gara con le selezioni presso il suo Cet, il Centro E