Samuel L. Jackson: «Addestramento duro per diventare poliziotto»
DAL 28 NOVEMBRE NELLE SALE IL SUO NUOVO FILM S.W.A.T.
Jackson (nella foto) è un tipo "cool" mentre a Roma le fans accorse all'incontro stampa sussurrano che «è un fico». In realtà, le due parole hanno lo stesso significato e starebbero ad indicare la pura verità. Alto, muscoloso, elegante, Samuel "Sam" Jackson incontra la stampa per l'uscita italiana del suo nuovo film «S.W.A.T.» (dal 28 novembre in 320 sale), un'epopea violenta e frenetica della celebre squadra anticrimine della polizia di Los Angeles. Nel film, Jackson (molto noto al pubblico italiano fin dai tempi di «Pulp fiction», in cui era il killer-filosofo "socio" di John Travolta) è il sergente Harrelson - "Hondo" per gli amici - veterano dei reparti d'azione ed incaricato di costituire una super-squadra della S.W.A.T. Nel gruppo, la giovane star irlandese Colin Farrell, l'attrice di origine ispaniche Michelle Rodriguez e il rapper LL JJ Cool. «Ci siamo addestrati duramente per due settimane nelle stesse caserme della S.W.A.T. - spiega Jackson, con grinta da duro - Abbiamo sparato con proiettili autentici durante esercitazioni per l'assalto ad un caseggiato occupato da malviventi. Insomma, per due settimane siamo stati S.W.A.T. anche noi, e questo per dare alla vicenda la massima credibilità. Il fatto è che l'immagine pubblica del reparto S.W.A.T. è spesso limitata a quella del cecchino infallibile che arriva durante una sparatoria, si apposta su un tetto, spara al criminale e se ne va. Invece - aggiunge l'attore - è esattamente il contrario: la S.W.A.T. lavora per salvare tutti. Gli ostaggi ma anche i criminali. Prova ne sia che in trent'anni di onoratissimo servizio, sono solo quattro i criminali uccisi dai membri della squadra speciale». Qualcuno chiede a Jackson, già candidato all'Oscar, premiato a Cannes ed interprete di molti personaggi di grande spessore se non gli vanno un po' stretti i panni dell'eroe di un puro "action-movie" come questo. «Assolutamente no. Io mi sono divertito tantissimo a girare questo film perché è una storia in perfetto stile "guardie e ladri". Tutto qui. Da parte mia non c'era e non c'è alcun desiderio di andare oltre la narrazione. Buffo, invece, che critica e giornalisti vogliano sempre vedere in film spettacolari ma semplici come questo dei significati in più. La presenza di Olivier Martinez nel ruolo del criminale, ad esempio, è assolutamente casuale. Il malvivente doveva essere un arabo, il che sarebbe stato davvero un clichè, ma c'era Olivier libero - ed anche famoso - dopo "Unfaithful" (il film con Richard Gere uscito lo scorso Natale) e così abbiamo preso lui per il personaggio dello spietato assassino contro cui si scatena la S.W.A.T. Un caso, insomma. Ed invece tutti mi hanno chiesto se la scelta di Olivier per il ruolo del cattivo non fosse stata un'allusione ai difficili rapporti tra l'America e la Francia durante l'ultima guerra del Golfo! Pazzesco, no...».