SALVATORES IN USA VERSO GLI OSCAR CON «IO NON HO PAURA»
Gabriele Salvatores ha presentato a Los Angeles, con grande successo di pubblico, il suo film «Io non ho paura», candidato ufficiale dell'Italia all'Oscar. «Sono molto cambiate le cose dai tempi di "Mediterraneo" - ha detto il regista in una intervista all'ANSA - prima di tutto ho dodici anni in più, e poi "Mediterraneo" era solo il mio terzo film e c'era l'incoscienza di chi sta incominciando. Ora la responsabilità è ben maggiore». Salvatores ha presentato il film al Cinerama Dome di Los Angeles e la reazione del pubblico americano è stata molto positiva. Nelle schede dei giudizi, lasciate all'uscita nei canestri, abbondavano i «cinque», il voto massimo. «Dopo che hai vinto l'Oscar - sottolinea Salvatores - aumentano le aspettative. Però l'Oscar non ti fa diventare più bravo, nella storia del cinema ci sono tanti film di qualità che non lo hanno mai vinto. E vi sono film brutti che hanno vinto la statuetta. Ma comunque, detto questo, non mi dispiacerebbe vincerne un altro». Il regista ha spiegato al pubblico in sala che il film non è centrato sul rapimento ma «sulla perdita dell'innocenza e sulla necessità, a volte, di disobbedire ai genitori. Voglio dedicare questo film a tutti i bambini che hanno avuto il coraggio di disobbedire. Ho imparato molto da questa storia». L'ottima accoglienza, ottenuta dal film, è una buona notizia anche per la Miramax, che in America distribuisce la pellicola e che nei prossimi giorni la sottoporrà all'attenzione dei giurati del Golden Globe. Per i membri della Academy, che compongono la giuria degli Oscar, verranno organizzate una serie di proiezioni da adesso alla fine di dicembre. «Si tratta di creare un pò di attenzione intorno al film, visto che ce ne sono tanti e che quest'anno alcuni sono molto belli in giro per il mondo - afferma Salvatores - tanti avversari, tanto onore: sarà una bella lotta». Le pellicole, in lizza per l'Oscar per il miglior film straniero, sono quest'anno 55, un record per la Academy. Il film di Salvatores è intitolato in inglese «Ìm not scared». È ambientato in un'Italia che forse non c'è più, negli anni '70 in Basilicata. Al regista è stato chiesto perché non fa film contemporanei: «Mi sento un po' in colpa, sinceramente - replica Salvatores - perchè il dovere di un cineasta dovrebbe essere quello di rappresentare il proprio momento, ma per me è molto difficile trarre ispirazione da questo periodo. È difficile - continua - perché a me piace il cinema epico, che ha i sogni dentro, fatto da personaggi semplici come quelli di "Marrakesh" o come i due attori di Turne», gente con un grande sogno alle spalle. Forse il problema più grosso di questa nostra Italia contemporanea è che si è dimenticata di sognare in grande, ci si accontenta un pò troppo del quieto vivere, delle cose che già abbiamo. Siamo troppo soddisfatti e quindi è difficile raccontare questa società italiana di oggi, anche se credo che da questo periodo rinascerà qualcosa di movimentato, che farà parlare».