di FAUSTO GIANFRANCESCHI SI È CONCLUSO ieri il convegno internazionale promosso dai Comitati ...
Il convegno, di cui abbiamo già dato notizie su questo giornale, si è svolto a Roma con grande affluenza di oratori e di pubblico. Dario Fertilio, animatore dei Comitati italiani, ha aperto i lavori sottolineando un concetto importante: il «Memento Gulag» non è un'iniziativa di parte, vale per tutti, anche perché sono milioni i comunisti uccisi dal comunismo. Non a caso, una delle più toccanti testimonianze al convegno è stata quella del nipote di un italiano emigrato in Urss per motivi ideologici, Roberto Anderson, fucilato a Mosca nel 1937 e inumato in una fossa insieme con altri 160 comunisti italiani. Vladimir Bukowskij, presidente internazionale dei Comitati, ha denunciato che il maggior disastro del Novecento non è stato pubblicamente giudicato e condannato con processi analoghi a quello, storico, di Norimberga; e questa «distrazione», dovuta specialmente alla complicità degli intellettuali occidentali con il sistema comunista, è tanto più grave perché in molte parti del mondo il Gulag è tuttora in funzione. Dario Antiseri, presidente dei Comitati italiani, ha delineato un accurato parallelo tra comunismo e nazismo, indicando parecchie analogie teoriche e pratiche, mentre Stéphane Courtois, autore del famoso «Libro nero del comunismo», ha denunciato che mentre il cosiddetto negazionismo nazista è penalmente perseguito, il negazionismo comunista, non avendo alcuna remora, comincia a diffondersi in misura indegna (ha citato casi francesi e italiani). Roberto De Mattei ha detto che bisogna entrare nel nucleo dell'ideologia per opporsi adeguatamente ai vecchi comunismi resistenti e ai nuovi comunismi risorgenti: l'assenza è culturale, dominata dal materialismo dialettico e dal relativismo etico. Vittorio Strada ha lanciato una grave ma persuasiva accusa: oggi non si è ancora completamente aperta la «cortina di silenzio» sugli imparagonabili crimini comunisti perché ancora sono presenti nelle università, nei giornali, nel parlamento, coloro che fiancheggiarono l'impero sovietico. Dall'ambasciata dell'Ucraina, poi, è stato presentato un agghiacciante documento: negli anni '32-'33 fu messo in atto da Mosca un piano di sterminio con il sequestro di tutte le scorte di frumento e di altri generi alimentari in Ucraina, e le vittime per fame, come era stato programmato, superarono i sette milioni. Fu un genocidio numericamente maggiore di quello ebraico. L'Ucraina ha mandato anche un film, che è stato proiettato durante il convegno, ove si ricostruisce in maniera coinvolgente la tragedia delle persecuzioni comuniste (possiamo essere certi che questo film non sarà mai distribuito nelle sale italiane). Sono state commoventi anche le testimonianze di alcuni reduci dei gulag, e specialmente di quello scampati a un gulag tuttora in funzione, a Cuba. Il poeta Armando Valladares, intervenuto al convegno, ha trascorso 23 anni nel carcere castrista subendo anche torture soltanto perché impegnato come intellettuale cattolico. Un altro esule cubano, German Miret, ha invitato il pubblico ad adottare simbolicamente i prigionieri politici cubani (si conoscono i nomi, che Miret ha distribuito ai presenti, di 364 prigionieri, ma potrebbero essere molti di più): la clamorosa iniziativa servirebbe forse, con la sua pubblicità, a migliorare le condizioni dei detenuti e magari a facilitarne la liberazione. Valladares ha raccomandato particolarmente un medico, Oscar Elias Biscet, che è incarcerato da 25 anni, è malato e non viene curato, inoltre è tenuto al buio giorno e notte. La guerra contro i gulag continua.