LA GUERRA FRA «STRISCIA» E «AFFARI TUOI»

E ora, dopo l'exploit di Beppe Grillo nel tg satirico di Canale 5, scende in campo anche il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, che bacchetta Ricci ma predice: «L'anno lo finiremo vincendo. Al buon Antonio Ricci bisognerebbe forse dargli il tapiro: non si va in tv per lasciare che Grillo insulti le persone e il ministro Gasparri, a casa nostra poi», ha detto Confalonieri, aggiungendo: «Si vede che ad Antonio gli è scappata di mano la situazione». Insomma, al di là degli ascolti (in questo caso la tesi di Confalonieri è la stessa di Ricci: Bonolis ruba al Tg2 e non a Canale 5), l'intervento di Grillo proprio non è piaciuto al presidente di Mediaset. E Ricci ci scherza sopra: «Se rinasco farò il farmacista: col bilancino». Ricci però dice di non voler entrare nella noia della misurazione dei «numeretti»: «Intendo restare sano di mente - dice Ricci - non voglio entrare nel gioco delle sovrapposizioni. Voglio solo dire ci hanno dato per morti e morti non siamo. I risultati che contano sono quelli su Televideo. Abbiamo dimostrato che quel che restava della sacralità del Tg1 è caduto: si allungano, si accorciano nel disperato tentativo di favorire il sorpasso. E c'è chi dice che Del Noce prende il nandrolone, ma io no ci voglio credere». Il riferimento di Ricci è a Lucio Presta, manager di Bonolis, che era intervenuto per sottolineare la vittoria in termini di share e per chiarire che, finchè Bonolis è in onda è sempre sopra «Striscia» in termini di ascolti. Mentre il ministro Gasparri si rifiuta di replicare a Grillo («ho altri interlocutori»), il comico genovese sostiene di «non voler vincere la gare degli ascolti ma di voler approfittare della breccia offerta da "Striscia" per cambiare qualcosa». Moige e Osservatorio dei minori attaccano il linguaggio di Grillo in piena fascia protetta: la guerra continua. E a spiegarne il senso e la portata sono proprio i numeretti: non solo quelli della sovrapposizione, ma anche quelli che finiscono nei listini di Sipra e Publitalia (un punto di share nella fascia di prime time può spostare oltre 100 miliardi di vecchie lire). Un break di 30 secondi prima e durante Striscia viene pagato 81 mila euro mentre dopo il Tg1, intorno alle 20.40, Sipra, prima di sapere dell'exploit di Bonolis, lo dava a 69 mila euro (veniva garantito agli inserzionisti il 17% di share). C'è da scommettere che quegli spazi, almeno in casa Rai, a primavera, nel secondo periodo di garanzia quando Bonolis tornerà per 60 puntate, avranno costi diversi.