Il pittore che rovinò il divorzio

Per assistere la sorella Roxeanne, incinta e sposata a un francese che però, proprio in quei giorni, l'ha lasciata per la moglie di un altro, chiedendo il divorzio. Mentre Roxeanne si dispera, Isabel si butta a capofitto nella vita parigina nonostante le tante differenze di modi e di gusti fra americani e francesi, finendo per diventare l'amante di un politico che, vedi caso, è lo zio dell'ex marito di sua sorella. Attorno, però, quel divorzio complica i rapporti di tutti, specie quando, tra i beni da spartire si affaccia un dipinto attribuito addirittura a Georges de la Tour, di proprietà da secoli della famiglia americana. Ne seguono di tutti i colori, a mezzo fra la commedia e il dramma, ci scapperà perfino un morto ma ci sarà comunque un lieto fine... Alla base, un romanzo di americana, che curiosamente nonostante la sua felice carriera («camera con vista», «Casa Howard», «Quel che resta del giorno»), non ha consentito a James Ivory di imporsi con il suo abituale successo, pur avendo collaborato anche questa volta con la sua sceneggiatrice di sempre, Ruth Rawer Jhabvala, e con il suo tradizionale produttore indiano, Ismail Merchant. Gli unici momenti apprezzabili sono quelli che mettono l'accento sulle differenze (e le divergenze) fra americani e francesi, ma erano molto più significative nella «Figlia di un soldato non piange mai». Il resto è disordinato, in faticoso equilibrio fra il patetico e l'ironico, solo un po' riscattato dalla presenza, un po' di fianco, di interpreti di fama, come Leslie Caron e Glen Close, Kate Hudson e Naomi Watts, le sorelle, sono molto carine. G. L. R.