Yves Saint Laurent: «Finalmente Ford se ne va» «Ho sofferto per quello che ha fatto con il mio nome. Per fortuna i danni non sono irreversibili»
In un'intervista alla rivista di moda americana «Women's Wear Daily», il maestro della Haute Couture si dichiara apertamente felice dell'annunciata partenza di Tom Ford, dopo «aver tanto sofferto per quello che ha fatto con il mio nome». «Fortunamente, aggiunge, la maison non è stata danneggiata in modo irreversibile». Saint Laurent assicura che all'inizio apprezzava lo stilista texano: «ero pronto a collaborare con lui in modo più importante, ma lui non era pronto a lavorare con il suo maestro», dice. I rapporti di Saint Laurent con Ford si sono deteriorati dopo neppure un anno dalla cessione della Ysl a Gucci, a fine '99. Nel gennaio 2001 lo stilista francese, che non ha mai assistito ad una sfilata delle collezioni firmate da Tom Ford, è comparso a sorpresa al primo defilè di Hedi Slimane per Dior Homme (gruppo LVMH), un gesto che è stato interpretato come una sfida. Nel gennaio 2002, Saint Laurent è uscito definitivamente di scena anche dall'alta moda. Anche per Pierre Bergè, ex presidente direttore generale di Ysl Haute Couture, «Tom Ford ha del talento». «Nei primi tempi, dichiara allo stesso giornale americano, con Yves pensavamo che il suo arrivo era qualcosa di formidabile, sapevamo che i nostri accessori erano deboli e che Ford e De Sole avevano competenze nel campo». Ma per Bergè «Tom Ford non è riuscito a catturare l'essenza di Saint Laurent. Forse ha troppo pompato Saint Laurent per Gucci e quando è arrivato al punto cruciale non aveva più niente da dire. Essere un buon disc-jockey non fa di voi un Elvis Presley». Bergè si interroga sulla successione, e fa il nome dei due olandesi Viktor&Rolf. «Loro potrebbero portare Saint Laurent nel 21mo secolo, dice, Yves è stato il più grande sarto del ventesimo secolo ma ora qualcuno deve traghettare la marca in una nuova era». Secondo «Le Monde», il presidente di PPR Serge Weinberg non intende rimettere «un unico direttore d'orchestra» a capo delle due griffes, e sta cercando «due grossi calibri» per rimpiazzare Tom Ford. Per Gucci, alcuni scommettono già su Alexander Mac Queen che aveva lasciato Givenchy (LVMH) nel dicembre 2000 per rilanciare la sua marca personale in seno a Gucci. La difficoltà per Weinberg è, secondo il giornale, «trovare l'uccello raro capace di rilevare Ysl, sempre deficitaria: i candidati capaci di reinterpretare in modo contemporaneo l'anima della maison si contano sulle dita di una mano». Circolano i nomi di Nicolas Ghesquiere, nominato da Gucci alla creazione di Balenciaga, e di Martin Margiela che ha appena lasciato Hermes. «Ma il più vicino alla cultura della Maison è certamente Alber Elbaz, l'ex stilista della linea donna di Ysl estromesso da Tom Ford e attualmente direttore artistico di Lanvin. Un altro interrogativo circola nel mondo della moda, sottolinea il quotidiano: se Ford e De Sole lanceranno la propria maison, c'è da scommettere che una bella fetta della clientela di Gucci li seguirà, la marca potrebbe sprofondare proprio in un momento in cui il settore va meglio.