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Ines Sastre: «Sanremo ha cambiato la mia vita»

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racconta gli amori e i destini incrociati di due fratelli e delle loro donne. È la prima regia a quattro mani di Simona Izzo e Ricky Tognazzi. Il titolo è l'espressione di protesta di Francesco, uno dei due protagonisti maschili». Com'è stata la sua infanzia? «Sono nata a Valladovid. Ho cominciato prestissimo a lavorare: a dodici anni per uno spot televisivo per una catena di fast food». L'incontro che ha cambiato la sua vita? «La mia vita professionale è stata cambiata da Carlos Saura. Mi scelse per recitare in "Eldorado". E poi tanto cinema. Anche in Italia. Ricordo con piacere Pupi Avati e Michelangelo Antonioni». Il Festival di Sanremo con Fazio, solo un ricordo? «Una esperienza brillantissima che non dimenticherò mai. Ero timida ed impacciata. In quei giorni ho imparato a muovermi su di un palcoscenico al cospetto di tantissime persone. Mi ha fatto crescere moltissimo. Ho vinto la mia timidezza. Ho imparato anche a rapportarmi con un vasto pubblico televisivo». Che cosa le piace di questa sua ultima commedia girata? «In "Io no" vi sono quattro protagonisti, quattro voci narranti, quattro tipi d'amore, quattro stagioni ribaltate, quattro modi di raccontare i sentimenti. Vi è l'ironia della commedia, la leggerezza della farsa, il calore della passione, l'oscurità del dramma». Crede al destino? «A volte è proprio il destino che indirizza la tua vita. Nel film quattro destini si incrociano, si perdono, tornano a ritrovarsi. E tutto ciò avviene malgrado l'amore e malgrado il dolore». Le cose in amore non si capiscono, si sentono soltanto? «Tutto in amore si sente ma si deve assolutamente capire. Per amare bisogna ci sia tanta comprensione. È fondamentale che l'uno capisca l'altro e l'altro capisca l'uno». In amore si può dire la verità senza far piangere? «A volte è possibile, altre volte è impossibile. In amore ho sempre detto la verità. Qualche volta ho pianto io, qualche altra volta ho fatto piangere».

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