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D'Agostino: «La colpa è del mezzo In video non si può che essere sguaiati»

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Partendo dall'analisi delle villette degli arricchiti brianzoli traboccanti di statue e fontane, arriva a circoscrivere il trash nel «vorrei ma non posso». La «trash Tv» per lui, illustre studioso del genere, è quindi la stessa cosa. Si tratta di una televisione velleitaria, che vorrebbe imitare un modello alto di Tv, ma non ci riesce, perché viene fatta da persone di scarsa cultura o con mezzi inadeguati. In sintesi per La Branca «trash» può essere una fiction che punta ad imitare il cinema, ma alla fine ne è solo la brutta copia. Oppure, un programma che vorrebbe essere «importante», come ad esempio il Festival di Sanremo, ma alla fine risulta improvvisato, fuori luogo e ridicolo. Trash sono anche tutti coloro che vorrebbero essere come Madonna o come Silvio berlusconi, ma non ci riescono. Tutto il resto e cioè quella Tv pecoreccia, sguaiata, «del dolore» o «dei casi umani», per La Branca e i suoi seguaci resta espressione di un genere e non va assolutamente giudicata sotto un profilo «moralistico». Insomma, se «Uomini e donne» di Maria De Filippi ci sembra il peggio del peggio della Tv diseducativa e a-culturale, il nostro giudizio potrebbe essere solamente frutto di un preconcetto, che in futuro verrà superato. Come oggi i vecchi film «pecorecci» di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia vengono rivalutati nei cineclub e Lino Banfi è considerato uno dei migliori attori della Tv (anni fa non veniva nemmeno menzionato dalla critica), allo stesso modo, oggi rivediamo con simpatia quell'agghiacciante «Ciroooo! Oh, Ciro!» di una ancor giovane Sandra Milo, mentre, tra dieci o quindici anni, giudicheremo la Tv «da portineria» che ci propone «Uomini e donne» e le squallide performance di Tina e compagni, pezzi da collezione di una Tv che in fondo, nei primi anni 2000 fece storia e verrà studiata all'Università. Il trash-Tv nella sua accezione più ampia, secondo il Dizionario di Scienze e Tecniche di Lever, Rivoltella e Zanacchi, si identifica completamente nella «"Tv spazzatura", che è la parte oscura, infima del mezzo, costituita dai programmi che esaltano il cattivo gusto, il turpiloquio, la violenza gratuita, la provocazione, la rissa urlata, il dolorismo sdolcinato. Una televisione di serie B, fuori da regole etiche ed estetiche, volutamente superficiale e volgare». Di parere opposto un esperto che ha fatto del trash una missione come Roberto D'Agostino, castigamatti per eccellenza che però, a sorpresa, quella Tv «fornitrice insana di monnezza», la salva tutta, in blocco: «I professorini non hanno capito niente, quella che chiamano Tv trash, dalla rissa fra me e Sgarbi, ai programmi della D'Eusanio fino al Grande Fratello, è lo specifico Tv. Trash è il mezzo e non il messaggio. Andy Warhol direbbe che che "è la cornice che fa il quadro". Come si fa a stare dentro una scatola di quel tipo senza essere trash? Bisogna farsi notare per forza, quindi, ecco colori e toni accesi e sguaiati. La Tv del buon gusto? Non è Tv, è altro: radio, teatro, lezione universitaria». E l'«Isola dei famosi», il caso Tv dell'anno che i critici hanno bocciato e il Codacons ha denunciato perché in realtà pare che i Vip in questione in realtà facciano solo finta di trovarsi in difficoltà (mentre a luci spente mangiano e si divertono su una spiaggia turistica)? «Quella sì che è vera Tv. Anzi perfetta. Perché fa toccare con mano, da casa, un qualcosa di esagerato e divertente che si svolge in un angolo remoto del mondo». E Giada De Blanc, che si è ferita ad una gamba durante la prova settimanale e dopo aver ricevuto 14 punti di sutura si è ributtata tra le mangrovie? È già la star Tv del nuovo millennio.

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