Il biografo di Mussolini, Cleopatra, Napoleone compie ottant'anni. Ed è festa da Mondadori
Da giornalista a storico il passo può avere il sapore di un azzardo. Ma il fatto è che anche da giornalista - lo sa chi lo conosce da tempo, e magari ha fatto un tratto di cammino con lui - Spinosa è sempre stato, come lui stesso ci tiene a rammentare, sia al «Corriere della sera» che a «Il Giornale», l'inviato del giorno dopo, nel senso che andava a scoprire la verità nascosta dei fatti accaduti, più che a raccontarli da cronista. La prima biografia? Quella che non ha mai scritto, cioè su Guido da Verona. Poi finì col domandarsi a chi potesse interessare davvero; ed ecco l'idea geniale, una biografia su Paolina Bonaparte, personaggio affascinante quanti altri mai, perché donna bellissima e spregiudicata (si pensi alla statua di lei fatta dal Canova), e inoltre capace di restare, più del resto della famiglia, più della moglie di Napoleone, Maria Luisa d'Austria, l'amica, la compagna fedele, la connivente del grande fratello. Per dirne una, la donna - Paolina Bonaparte - che ne favorì la fuga dall'isola d'Elba. Un libro, e subito un successo. Cosa che invogliò Spinosa a continuare con l'epopea napoleonica. Vale a dire con quell'altra biografia dedicata a Murat (e come sottotitolo: «Da stalliere a re di Napoli»). Si è interessato della Roma antica; fanno fede le sue biografia dedicate a Cesare, a Tiberio e ad Augusto , o per esempio a Cleopatra, divina amante dello stesso Cesare. È passato al Rinascimento, con una straordinaria biografia di Papa Borgia e della famiglia di questo discusso, e discutibile pontefice. Da qui all'età contemporanea, con una biografia di Churchill (sottotitolo: «Il nemico degli italiani»); e un'altra di Hitler. Né potevano mancare a un simile elenco i grandi personaggi dell'Italia che fu: D'Annunzio, il sommo poeta, Mussolini (sottotitolo: «Il fascino di un dittatore»), Vittorio Emanuele III (sottotitolo: «L'astuzia di un re»), Pio XII, ultimo Papa-re nella storia della chiesa cattolica e romana, Edda Ciano, la figlia di Mussolini, figura drammatica quante altre mai, oppure Starace, l'uomo che mise in divisa gli italiani; a parte quell'altro illuminante volume che si intitola: «Alla corte del duce». Il libro piu venduto? La biografia di Vittorio Emanuele III (con la quale ha vinto anche il Premio Bancarella). C'è da aggiugere che la sua biografia di Mussolini, ristampata nei pocket della Mondadori, si continua a vendere mese dopo mese a migliaia di copie. Di sé Antonio Spinosa («Tonino», per gli amici) è solito dire d'essere «un narratore di storia»; e non potrebbe esserci definizione piu calzante. Significa che pure restando fedelissimo ai fatti, li sa raccontare, pagina dopo pagina, con una verve sconosciuta a tanti scrittori e storici togati. Quelli che offrono talvolta l'impressione di voler rendere difficile ciò che può essere narrato in maniera facile, gradevole, accattivante. Insomma: piu vicino a Croce, che ad altri. Con l'ultima sua opera, la biografia di Napoleone Bonaparte, è ritornato a una saga che gli è particolarmente consona. Sono stati finora ben 170mila i libri dedicati al grande còrso. Difficile dire che cosa si potesse ancora scrivere di lui. Ma Spinosa una volta di più ha trovato un suo filone, e basta ricordare il sottotitolo di questa biografia: «Il flagello d'Italia - Le invasioni , i saccheggi , gli inganni». Una Italia dove Napoleone scese da conquistatore, non amando gli italiani. Eppure furono proprio questi disprezzati italiani a comportarsi al meglio nei ranghi di quella Grande Armée che tentò l'impresa impossibile di piegare la Russia. Solo che la riconoscenza non è mai stata tra le virtù dei potenti. Nemmeno fra le virtù di Napoleone. E adesso? Una indiscrezione ci vuole; e riguarda la prossima opera di Spinosa che si intitolerà «La grande storia degli italiani», da Carlo Alberto al tempo presente. E di certo sarà un libro che leggeremo con appassionato interesse. Un modo per capire qualcosa di più su questo nostro amatissimo, inquieto