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Caramelle amare di Bersani

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Tra i collaboratori Fabio Concato e Sergio Cammariere

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Merita un ascolto attento «Caramella smog», il nuovo disco di Samuele Bersani, uno dei cantautori più cervellotici e talentuosi degli ultimi anni. Il quinto lavoro in studio del trentatreenne bolognese è dedicato, non a caso, al sapore dolce-amaro di quelle caramelle anni Cinquanta spacciate in pubblicità da un omino vestito di nero, all'invadenza dei media e alla libertà personale sempre più compromessa. Molte le collaborazioni, dal duetto con Fabio Concato al pianoforte di Cammariere. «Sergio ed io ci siamo cercati nello stesso momento. Lui per i testi del suo disco, ma non ruberò per questo il lavoro a Kunstler, io per l'armonia. Mi accompagna al piano in "Se ti convincerai", ma non ha aggiunto nulla alla parte melodica o al testo». Se Cammariere imprime al brano un'atmosfera zuccherosa e retrò, il resto del disco ha un'impronta molto ritmica. Dopo anni di collaborazione con i pianisti, ha voluto le chitarre di Roberto Guarino («per convincerlo ho promesso di cofirmare i brani con lui») e Fausto Mesolella («detto l'insanguinato - precisa Bersani - perché suona fino a sbucciarsi le mani»). Nel brano «Cattiva» scrive: «Chiedi un autografo all'assassino, guarda il colpevole da vicino». Vuole far impallidire "l'Avvelenata" di Guccini? «Me la prendo con i media, ma anche con me stesso perché sono curioso ed è la mia morbosità ad alimentare il cinismo e la spettacolarizzazione del dolore. E pensare che l'ho scritta prima che la Franzoni prendesse un ufficio stampa. In "Destino di un vip" mi riferisco ai famosi alla Alessia Merz, quelli che finiscono per avere un dente nero sulla Settimana Enigmistica, che restano popolari anche se non fanno più nulla. Mi ribello a tutto ciò che è conforme alla Cee. Appartengo a quella generazione costretta a fare temi sull'Europa Unita per anni. Almeno prima potevamo mangiare quello che volevamo». In «Salto la convivenza», non risparmia neppure il matrimonio e i genitori. Quanto c'è di autobiografico? «Il matrimonio serve agli avvocati, alle donne che stringono i tempi e a chi fa le bomboniere. Ci si sposa solo perché si ha paura di conoscersi per davvero o di restare soli. La canzone non è autobiografica e mio padre è una persona meravigliosa, un Pink Floyd di Cattolica che a più di sessant'anni pensa cosa farà tra dieci, un grande maestro di musica». Ma Bersani se la sente di ipotizzare un futuro meno fosco? «Il futuro della musica sarà la diversificazione delle suonerie del cellulare e c'è già chi ne sta prendendo atto. Nel nuovo disco di Venditti è inserito addirittura un coupon pubblicitario con le istruzioni per scegliere lo squillo preferito. A me sembra agghiacciante. È difficile trovare un partner ideologico: si ironizza sulle interviste di Berlusconi ma provate a sentirne una di Rutelli, anche lui non scherza. Se l'alternativa è questa...». Tim. Pin.

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