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«Non gettiamo via la nostra eredità»

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In un'epoca improntata al futuro, perché guardare al passato? «La formazione umana non può essere riduttiva o limitata, per cui non si può buttare via l'eredità del passato. Avverto preoccupazione sulle scelte della riforma, universitaria e della scuola superiore, che tendono a mettere in sottordine le scienze umanistiche ed appiattire tutto sullo studio del presente. Ovviamente, non intendo dire che dobbiamo occuparci solo dei classici, ma che non dobbiamo dimenticare la nostra peculiarità. Per l'Italia in particolare, dove vi è l'80% del patrimonio culturale del mondo». La cultura classica come tratto distintivo è indubbio. Ma un futuro manager, quale interesse può trovarvi? «Premetto che vi sono studi che se non vengono affrontati a scuola, è arduo pensare che vengano ripresi in un secondo tempo. Devo anche aggiungere che i testi classici aiutano nella formazione mentale dell'individuo. Per ritornare ai testi letterari, non deve essere considerati una perdita di tempo, bensì una fonte di apprendimento, dal momento che in essi vengono affrontati i grandi temi della vita. Concordo nell'affermare che se impariamo ad interrogarli, possiamo trovare molte delle risposte che cerchiamo». M. F.

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